Sorpresa, sta nascendo
una Germania europea

L’uscita dall’euro in Italia è un’opzione sul tappeto. Anche nel Paese ritenuto più favorevole all’integrazione, alla lunga nove anni di crisi ininterrotta fanno vacillare certezze acquisite. I francesi con Marine Le Pen hanno riscoperto il nazionalismo, i britannici con Brexit hanno alzato la bandiera dell’orgoglio, gli olandesi hanno premiato il partito degli euroscettici e via di questo passo. Il vento dell’eurocrisi soffia prepotentemente nel Vecchio Continente. Con eccezione della Germania. Sono a tutt’oggi 68 le località tedesche toccate da un ritorno nostalgico all’Europa che fu, quella di Adenauer, Schumann, De Gasperi.

Semplici cittadini che vanno in piazza con cartelli inneggianti all’integrazione europea e con l’azzurro e il giallo della bandiera europea fanno proseliti. Manifestazioni spontanee, non guidate da partiti e organizzazioni. Gente normale che con Brexit ha preso coscienza del rischio incombente sull’Unione Europea. Un giornale conservatore e fortemente critico verso i Paesi mediterranei -accusati di inaffidabilità – come la Frankfurter Allgemeine Zeitung – scopre in uno dei suoi editoriali che l’Europa non è solo economia e finanza. È la pace il bene primario da tutelare e solo una Germania inserita in un’Unione europea può esserne garantita. Dice un manifestante: sono sceso in piazza perché volevo testimoniare il mio europeismo, pensavo di rimanere da solo e invece poco a poco la piazza si è riempita. Poi chi vuole dice la propria opinione in pubblico, se la voce non basta c’è sempre uno che procura un microfono. La cosa interessante è che molti partecipanti sono giovani, di norma non si occupano di politica e non vanno a votare ma su un tema che li coinvolge scelgono l’impegno. Per loro non è politica in senso stretto, è più una questione esistenziale. Le nuove generazioni vivono il presente europeo fatto di liberi accessi e frontiere aperte come un dato acquisito. Molti di loro si muovono nell’ottica di quella giovane donna arrestata in Francia per favoreggiamento all’immigrazione clandestina che al giudice risponde: ma io non vedo confini. Hanno esperienze in Paesi esteri, hanno studiato in altri Stati europei, viaggiano se non fisicamente di certo con internet e whatsapp e quindi una restrizione della loro libertà di movimento la soffrono come un’imposizione anacronistica.

Brexit ha fatto toccare loro il pericolo di implosione che grava sull’Europa e li ha mobilitati. A Berlino erano circa ottomila in piazza a far sventolare il vessillo a dodici stelle. Si spiega quindi il successo inaspettato nelle rilevazioni demoscopiche del candidato alla cancelleria dei socialdemocratici della Spd Martin Schulz. Prima di scendere in campo non c’era uno che avesse giocato un cent sul possibile successo alle elezioni del prossimo 24 settembre. Adesso lo danno favorito rispetto ma Angela Merkel. Non è detto che il pronostico si avveri perché la Cdu vanta radici solide nel suo elettorato. Ma ciò che colpisce è il successo del personaggio. Un ex alcolizzato che non beve una birra dal 1984 ha fatto boom in una Germania satura di certezze con una vita politica spesa all’insegna dell’Europa. Deputato socialdemocratico al Parlamento di Strasburgo ne è diventato presidente diventando l’emblema di un’Europa aperta e solidale. Essere stato fuori dai giochi della politica politicante di Berlino , questo sembra essere il suo vantaggio. Anche in Germania la frustrazione è grande verso la politica ufficiale. Non aiutano scandali che a confronto di quelli italiani sono veramente noccioline ma che scuotono nell’opinione pubblica. Nel Land della Renania Palatinato la Cdu ha avuto finanziamenti trasversali da un ex agente dei servizi segreti. Importo complessivo 56mila euro scremati nell’arco di un decennio. Tanto basta per dire che dei politici non c’è da fidarsi. Tutto il mondo è paese, cambiano solo le proporzioni. Temiamo un’Europa tedesca, ma sta nascendo una Germania europea. Quanto duri non si sa, ma questa è la lieta novella da Berlino.

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