Vivere la legalità
per essere alla moda

«Lealtà e comunità» sono elementi imprescindibili quando si affronta la legalità. Esistono molti progetti – progetti ministeriali, di ricerca, formativi – dedicati a questo tema, anche nel nostro territorio, dove l’obiettivo condiviso è quello di riscoprire il significato del rapporto tra Stato e cittadino sulla base dei principi di giustizia e uguaglianza. Quello che è apprezzabile particolarmente di queste iniziative è il fatto che molte di loro siano riservate alle nuove generazioni, proprio come i numerosi incontri in programma in questi giorni.

È apprezzabile altresì perché dobbiamo essere convinti che il coinvolgimento diretto degli studenti delle scuole e dell’Università in un dialogo aperto su ciò che significa il rispetto delle regole sia la condizione necessaria per garantire la libertà a ognuno di noi: lo dice bene il titolo stesso dell’incontro che si è tenuto ieri in Università: Le parole della legalità. Libertà e regole per la crescita culturale ed economica, dove i concetti della «libertà» e delle «regole» sono stati accomunati per garantire la «crescita».

La legalità non è per nulla una parola astratta, una mera convenzione dove ethos e nomos, forme sociali e norma giuridica, sono chiamati a confrontarsi. La legalità è parte integrante della nostra esistenza e della nostra identità di cittadini, dà forma al vivere civile, articola la relazione tra diritti e doveri, garantisce la socializzazione, offre certezze sull’equo rapporto tra interessi privati e interessi pubblici, permette il rispetto delle differenze costruendo al contempo il significato di collettività. In breve, legalità significa non solo rispettare le leggi, ma significa rispettare in primis noi stessi e poi l’altro sulla base di principi e valori condivisi. Un rispetto che si estende nella dimensione sociale, in quella economica e soprattutto in quella culturale. Ritengo, infatti, che si debba insistere sull’educazione alla legalità in ambito culturale e dare ai giovani tutti gli strumenti necessari per conoscere la realtà in cui vivono, le risorse che questa realtà mette loro a disposizione e insieme le problematiche che la affliggono, offrire loro diverse prospettive su come partecipare attivamente allo sviluppo del territorio, preservandone le risorse ambientali e artistiche ma soprattutto salvaguardando la salute, la sicurezza e il benessere delle persone che ci vivono. Occorre discutere con i ragazzi questi obiettivi così da riuscire a trovare insieme a loro, noi Università, Scuola, Istituzioni governative, Associazioni socio-culturali, delle possibili soluzioni.

Proprio per questo è stato da tutti molto apprezzato lo slogan pensato dagli studenti della 4ª B dell’Istituto Caniana di Bergamo: «Legalità ci sto dentro», perché sfrutta il linguaggio giovanile per dare diverse prospettive sulla legalità. Lo «starci dentro» non è solo riferito alle leggi e ai limiti da rispettare ma significa anche: «essere in gamba, riuscire a fare bene una cosa, essere alla moda, essere cool»... Ecco vorrei proprio che il messaggio che emergesse dagli incontri di questa settimana fosse quello che la legalità è assolutamente cool, assolutamente di moda.

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