Folla per Diamanti a Oriocenter - Video
«Pazienza con l’Atalanta, il lavoro paga»

Lunga fila all’Atalanta Store di OrioCenter per Alessandro Diamanti, uno dei giocatori più rappresentativi a livello italiano che abbiano indossato la maglia nerazzurra negli ultimi anni.

Il suo approccio con la realtà orobica è stato positivo, in attesa di un colpo che manca ormai da 12 partite. «Mi fa piacere, è bello vedere tanti bambini, non bisogna scordare che il calcio serve a far avvicinare i giovani allo sport, a strappargli sorrisi e a fargli credere che anche loro possono sognare di fare questo mestiere, senza dimenticare che fare attività sportiva è salutare e fa benissimo. Dopo Empoli ero a buon punto fisicamente, prima della Sampdoria ho avuto la febbre e me la sono trascinata, ho perso dei chili e mi ha buttato giù: sto lavorando con intensità, voglia, passione e spero di aiutare la squadra in questo finale di stagione».

Il momento complicato dei nerazzurri prosegue, nonostante la classifica non sia da buttare, anzi è ancora positiva visto il vantaggio sulla terzultima. Diamanti è ottimista ed è convinto che alla fine il lavoro pagherà. «Nel calcio si gioca in 11 o meglio in 25: siamo in un momento di difficoltà, però l’atteggiamento è giusto, lavoriamo tanto, bisogna portare pazienza, anche se so che in Italia non esiste, l’importante è che siamo un gruppo unito e i tifosi devono essere soddisfatti dell’impegno e della grinta che ci stiamo mettendo».

Certo, il prossimo impegno pare quello meno adatto per tornare a fare punti: domenica 6 marzo al Comunale arriverà la Juventus, in un grande momento di forma, con Buffon imbattuto da più di 700 minuti. «Nel calcio non si sa mai, è bello per questo, anche se sarà durissima contro una squadra di fenomeni. Battaglieremo e vedremo cosa succederà: la chiave tattica dovete chiederla al mister, sono convinto che l’atteggiamento e la voglia di vincere non sono mai mancate, poi deve arrivare il risultato che premi il lavoro che stiamo facendo. Non mi aspettavo queste difficoltà: sarò matto, ma è quando ci sono questi momenti particolari che ci vogliono uomini “cazzuti” e poi fa ancora più piacere raggiungere l’obiettivo».

Simone Masper

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