Il dolore e i dubbi del marito di Gianna
«Uccidendo lei volevano colpire me?»

Parla Antonio Tizzani, il 68enne di Seriate marito di Gianna Del Gaudio, uccisa nella notte tra venerdì 26 e sabato 27 agosto.

«Sono sereno, dormo tranquillo: non ho fatto niente. Ho fiducia negli inquirenti, anche perché sia mio papà sia mio suocero, il papà di Gianna, erano poliziotti». Antonio Tizzani, il 68enne di Seriate indagato per la morte della moglie Gianna Del Gaudio, uccisa nella notte tra venerdì 26 e sabato 27 agosto, parla con i cronisti all’uscita dalla camera ardente a Seriate. Partendo dalla cena delle ore precedenti al delitto: «La fidanzata di Mario (uno dei due figli - ndr) si chiama Alessandra e l’abbiamo festeggiata con la cena perché era Sant’ Alessandro. Poi se ne sono andati: Gianna stava lavando i piatti in cucina, io ero nel giardino davanti a bagnare i fiori. Ho intravisto questa persona che mi passava dietro le spalle. E ora mi chiedo: perché non ha ucciso anche me? Aveva qualcosa con lei? Oppure ha ucciso lei per colpire me? Non riesco a capire... Così come non capisco come mai Gianna non avesse chiuso a chiave la porta sul retro, da dove è passato chi l’ha uccisa».

Neppure Tizzani crede dunque alla storia del ladro: «Un ladro non fa una cosa del genere». Allora, chi è stato? «Non lo so, ma spero lo prendano». E nega una discussione a cena o nel dopocena: «Non abbiamo discusso, anche se avremmo potuto alzare la voce perché i vicini erano quasi tutti via in vacanza». E si commuove quando gli si chiede di ricordare la moglie: «Non ce la faccio, dopo 36 anni di matrimonio avrei troppe cose da dire».

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