Ucraino pestato e carbonizzato in auto
Connazionale condannato a 30 anni

Trent’anni. È questa la condanna stabilita dalla Corte d’Assise d’Appello per Ivan Hromei, ucraino di 28 anni, accusato della morte di un connazionale, trovato carbonizzato nei boschi sopra Albino l’11 ottobre 2015.

Omicidio aggravato dalla crudeltà è il reato di cui doveva rispondere. E, in effetti, crudele era stata la fine di Vasyl Nykolyuk, 32 anni, secondo le contestazioni picchiato da Hromei e da un presunto complice fino a perdere i sensi e poi abbandonato all’interno della sua auto, una Opel Vectra data alla fiamme quando la vittima - secondo il medico legale - era molto probabilmente ancora viva.

Hromei era stato estradato nel 2018 dalla Russia, dopo l’arresto a Mosca il 27 luglio 2016. In Russia era stato catturato, il 26 maggio 2016, anche il presunto complice, Vasyl Bilohan, ucraino di 25 anni, detto «il piccolo».

Secondo gli inquirenti, i due indagati e la vittima avevano trascorso insieme la serata alla discoteca Open Space di Curno, poi avevano raggiunto Stezzano, dove Bilohan abitava. Lì era scoppiata una lite e Nykolyuk era stato picchiato fino a perdere i sensi per via di un debito di poche centinaia di euro. A quel punto i due lo avevano portato fino ad Albino e lì, lasciandolo in fin di vita nell’auto, avevano appiccato il fuoco (da qui l’aggravante della crudeltà).

Hromei, in abbreviato (in primo grado) era stato condannato a 20 anni. Nei giorni scorsi si è pronunciata la Corte d’Assise d’Appello innalzando, come richiesto dall’accusa, la pena a 30 anni.

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