Ambulanza travolta dal treno nel 2013
Il pm: 5 anni e 4 mesi al capostazione

Una condanna di 5 anni e 4 mesi: è quello che ha chiesto il pm Maria Cristina Rota stamattina, mercoledì 9 marzo, per Aurelio Carminati, il capostazione di Ambivere accusato di disastro ferroviario colposo, duplice omicidio colposo e lesioni colpose gravissime per la tragedia del novembre 2013.

Quando Umberto e Davide Pavesi, padre e figlio, che erano su un’ambulanza, morirono investiti da un treno a causa delle sbarre del passaggio a livello alzate a Pontida. Il conducente dell’ambulanza si salvò, ma ha avuto conseguenze fisiche molto gravi a causa del violentissimo scontro.

La sentenza del giudice dell’udienza preliminare, Tino Palestra, si conoscerà il prossimo 6 aprile. La difesa ha invece chiesto l’assoluzione.

Ma cosa accadde esattamente quel giorno? Le sbarre del passaggio a livello erano rimaste a lungo abbassate per problemi tecnici e ne derivarono disagi. Perciò - hanno ricostruito gli inquirenti - a un certo punto venne attivato l’innalzamento manuale. E ogni intervento è tracciabile, in quanto effettuato e registrato dalle Ferrovie. Nella visione accusatoria, solo Carminati può aver pigiato il pulsante. Non così per la difesa: il capostazione ha sempre dichiarato di aver azionato il pulsante due volte, ma in occasioni precedenti a quella fatale, lasciando aperta così l’ipotesi di un malfunzionamento indipendente dal suo intervento e che potrebbe discolparlo.

La difesa ha rilevato che l’accertamento tecnico irripetibile sulle sbarre del passaggio a livello è stato eseguito diverso tempo dopo i fatti, circa quattro mesi, e dunque in quel lasso di tempo l’apparecchiatura potrebbe aver subìto alterazioni.

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