Il funerale dalla mamma uccisa dal figlio
Il parroco Tasca: «Non diventiamo giudici»

Tanta commozione e l’ordinato rispetto delle regole anti-assembramento per il funerale a Bonate Sopra di Gian Paola Previtali, uccisa a coltellate dal figlio Francesco.

Novanta persone hanno potuto dare l’ultimo saluto alla 66enne all’interno della chiesa parrocchiale, mentre circa duecento fedeli sono rimaste sul sagrato, mantenendo il distanziamento e indossando la mascherina. Tutto è stato organizzato con scrupolo.

La celebrazione è stata presieduta da don Francesco Tasca, parroco di Bonate Sopra, ma erano presenti diversi sacerdoti, tra cui l’ex parroco don Mario Rosa e don Roberto Donadoni, viceparroco del paese dell’Isola per dodici anni. Al funerale i figli Marcello e Alessandro e tanti parenti e nipoti, considerati i molti fratelli e sorelle di Gian Paola Previtali.

Nel corso della sua accorata omelia, don Tasca ha sottolineato soprattutto che «è bene attendere in silenzio, prendere tempo per riflettere sulle tragedie della vita, senza lasciarsi assalire dalla smania di voler capire tutto e subito, finendo magari per diventare giudici implacabili degli altri».

Preghiere e ricordi da parte anche del figlio Marcello, di nipoti, amiche, volontari della parrocchia, coscritti e catechiste. Don Donadoni, che conosceva bene Gian Paola, ha letto un suo scritto in cui si è immedesimato nella vittima e ha avuto parole di conforto e di incoraggiamento per i figli della casalinga.

Gian Paola, vedova da due anni, è stata uccisa martedì 19 maggio nella sua villetta di via Lesina 13 dal figlio Francesco, magazziniere di 39 anni, che ha perso il lume della ragione e ha inferto alla mamma numerose coltellate e poi ha tentato il suicidio, ferendosi peraltro in modo non grave. Per lui, trasportato subito in ospedale, è scattata l’accusa di omicidio volontario.

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