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Per chi fosse distratto dalla ferocia dell’Isis o dagli illusionismi di Tsipras arrivano un paio di notizie molto italiane a restituire alla politica nazionale la sua centralità.

Il nuovo presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano (Pd), ha finalmente deciso dopo tormentate notti e dolorose lacerazioni il nome del suo addetto stampa: Elena Laterza, la sua compagna.

Il governatore ha provato a spiegare a chi ha fatto un balzo sulla sedia le nobili motivazioni di una simile deliberazione: «La mia scelta non è motivata da ragioni private, bensì esclusivamente professionali. I sentimenti nascono e muoiono in modo imprevedibile e non dovrebbero essere utilizzati nella polemica politica». Magari sarebbe bene non utilizzarli neppure nella scrematura dei curriculum, ma questo al presidente Emiliano interessa meno perché, come sottolinea: «La professionista scelta ricopre quel ruolo nel mio staff da undici anni».

È curioso come il ruolo dell’addetta stampa o della portavoce renda parecchio sensibili (e di conseguenza a modo loro intransigenti) i leader. E li induca a passare sopra con il carro armato alle più elementari questioni di opportunità.

La cosa è accaduta anche al guru grillino Gianroberto Casaleggio, irritato alla notizia che Ilaria Loquenzi (sua fedelissima), non era stata confermata a capo della comunicazione del Movimento cinque stelle a Montecitorio. Bocciata con 26 voti contrari e 17 favorevoli dal direttorio. Ma il braccio destro di Beppe Grillo non s’è arreso, e al momento di proporre nuove candidature ha rifatto lo stesso nome. «Si rivota». La fiducia è come la fortuna, cieca.

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