Cresci e assumi? Niente soldi

Da trenta dipendenti a mille in cinque anni, età media 27 anni, settore telecomunicazioni. Segni particolari: terza azienda in Italia per crescita, censita da Deloitte. È l’identikit di una realtà che piace certamente al mondo economico di oggi, dinamica, internazionale, competitiva.

Stiamo parlando della Ads (Assembly Data System) di Pomezia, in provincia di Roma, società rampante nel campo degli impianti tecnologici e dell’energia. È al centro dell’attenzione per due motivi. Il primo è che si quota al Nasdaq di Wall Street e il secondo è il motivo per il quale lo fa: in Italia nessuna banca scuce un euro per finanziarne le iniziative. Cresce a doppia cifra, ha un fatturato da 60 milioni e assume, ma non trova un istituto di credito che le dia, appunto, credito. Così ha pensato di andare a New York a mettersi nelle mani del mercato per crescere.

L’amministratore delegato si chiama Pietro Biscu, ha 39 anni e spiega così la sua scelta, fatta con amarezza. «I clienti pagano in media dopo 180-200 giorni e di conseguenza la liquidità a disposizione è sempre più scarsa; in più le banche sono restie a concedere l’accesso al credito. Tutto questo ci sta orientando verso mercati internazionali».

Racconta di avere fatto la questua, di aver portato con sé la storia di successo, i progetti e l’entusiasmo di un settore in enorme espansione. Ha raccolto soltanto dei no, diventati nì quando ha reso pubblica la vicenda sui giornali e a Radio24. La risposta delle banche farebbe venire l’orticaria a Mario Draghi: «Siete cresciuti in fretta e in fretta potreste decrescere». Effettivamente domani potrebbe piovere, ma al Nasdaq hanno gli ombrelli.

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