Expo, che numeri

di Giorgio Gandola

Abbiamo battuto i cinesi. Nessun trucco, è un dato di fatto: a sette mesi dall’inaugurazione, l’Expo italiana in via di realizzazione a Milano ha raggiunto la prenotazione di 60 padiglioni, mente a Shanghai erano 42.

Abbiamo battuto i cinesi. Nessun trucco, è un dato di fatto: a sette mesi dall’inaugurazione, l’Expo italiana in via di realizzazione a Milano ha raggiunto la prenotazione di 60 padiglioni mentre a Shanghai erano 42.

Il vento sta cambiando e la percezione nei confronti della vetrina mondiale sembra diventare sempre più positiva. Lo confermano i numeri: fino a qualche mese fa chi prevedeva l’arrivo di un milione di cinesi a Milano veniva preso per matto, ora le proiezioni dei biglietti richiesti lascia credere che saranno un milione e mezzo.

In totale i visitatori dovrebbero essere 20 milioni come sottolinea il commissario unico Giuseppe Sala «sulla base dei 5,8 milioni di biglietti già venduti». La piastra su cui verrà realizzata l’esposizione è pronta all’80% e la costruzione dei padiglioni da parte dei Paesi partecipanti è cominciata.

Si prevede che, per equilibri geopolitici, ci saranno più espositori asiatici a Milano che a Shanghai. Per i capofila della nuova economia mondiale (i cosiddetti Brics) Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica sarà una vetrina fondamentale, anche se finora sono i Paesi del Golfo ad avere prenotato le metrature più ampie.

Gli Emirati arabi hanno chiesto il progetto del padiglione all’archistar Norman Foster. Per completare i numeri ci sono tre inchieste giudiziarie sugli appalti (la guardia deve rimanere alta) e centomila domande di collaborazione da parte di giovani italiani desiderosi di mettersi in gioco. Il 75% degli italiani ritiene che sarà «una grande opportunità di crescita». Anche i bronzi di Riace hanno compilato il modulo, ma la regione Calabria è gelosa.

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