Fascista! E sei salvo

Dario Fo, in un’intervista a «Repubblica», ha dato del «fascista» a Matteo Salvini e alla Lega. Motivo: la manifestazione contro gli immigrati a Milano in 40 mila e con il sostegno di Casapound, un’enclave romana di estrema destra.

Dubitiamo che i brizzolati e popolani padani, cresciuti nel solco del Bossi pensiero, siano fascisti. Il giudizio non solo è discutibile, ma ne ridimensiona l’attualità. Con un paradosso: vorrebbe esaltarne la pericolosità, in realtà la archivia.

Quello del Nobel della letteratura è il tipico riflesso condizionato della sinistra radical: quando il nemico è fascista, ci siamo salvati l’anima. A ben vedere, la Lega, alleata verde-nero con Marine Le Pen, si pone all’ultima frontiera del perimetro democratico: che il leader lumbard insegua una prospettiva anti europeista e anti establishment non è una novità.

Ma vorrà pur dire qualcosa se questo inquietante populismo, filtrato e fluidificato, è parte consistente dell’europarlamento ed è figlio del deficit democratico dell’Europa e di una sinistra che s’è fatta scippare i ceti popolari: tutto questo è un esito fascista, o l’insufficienza di una sinistra riformista e di una destra conservatrice?

La nuova destra radicale, pur dalla parte sbagliata, pone una domanda legittima: quanta democrazia c’è nell’Europa di Bruxelles? Ma, aggiungiamo noi, quanta democrazia c’è quando si dà l’addio all’operazione Mare Nostrum, che in un anno ha salvato 100 mila immigrati, di cui 9 mila minori?

Non fermiamoci ai pur evidenti 40 mila leghisti di Milano. C’è un’Italia maggioritaria, soprattutto cattolica, che presidia il territorio con la solidarietà e il buon senso. Due categorie culturali che guardano al futuro.

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