Sul pianeta cugino

Non è propriamente dietro l’angolo, ma forse un giorno potremmo raggiungerlo con un tweet. Il pianeta cugino scoperto dalla Nasa e annunciato al mondo in una conferenza stampa come si suol dire «emozionale», ha due caratteristiche consolanti per l’abitante terrestre con la sindrome da sovraffollamento: dista 1400 anniluce ed è un po’ più vecchio della Terra, quindi si presume un po’ più saggio.

Ha un suo sistema solare, gira attorno a un altro sole e a prima vista (anzi a primo udito) è del tutto autosufficiente. Esattamente come noi se riusciremo a non sprecare e a non inquinare definitivamente acqua, aria, ambiente e pure quella buona dose di cultura che ci accompagna da qualche millennio.

Spielberg l’aveva evocato, E.T. l’aveva indicato col dito, per un secolo letteratura e cinema ne hanno accarezzato i contorni e adesso l’agenzia spaziale americana ci garantisce che esiste. Dista dal suo sole quel tanto che basta per non bruciarsi, gli ruota attorno in 385 giorni (qualcuno più di noi forsennati del tempo) e la sonda Keplero che lo ha scoperto fa sapere che è pure roccioso . Nessuna precisazione circa l’acqua e neppure i metalli preziosi, dettagli che indurrebbero qualche matto a tentarne l’invasione già domani mattina.

Siamo così impegnati a vivere decentemente su questa, che un’altra Terra potrebbe perfino essere ingombrante. Ci abitueremo anche al nuovo pianeta e fra qualche anno una luce abbagliante nel cielo terso non sarà un Ufo e neppure l’elicottero di Briatore, ma il disco volante di un cugino. Un unico rispettoso dubbio: a differenza dei media europei, quelli americani - che conoscono la Nasa - hanno dato la notizia con una certa freddezza.

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