In piazza contro il gettone

C’è ancora la capacità di indignarsi. E questo è un buon segno, significa che i cittadini credono nel valore delle istituzioni e non rinunciano a chiedere ai politici di esserne all’altezza.

Così, dopo lo scandalo delle commissioni permanenti del Comune di Agrigento (alle quali avevamo dedicato un Urlo), l’altroieri un migliaio di abitanti della città siciliana è andato in piazza a protestare contro i consiglieri comunali, che nel 2014 si sono riuniti 1133 volte, circa tre al giorno festività comprese, incassando un gettone di presenza di 50 euro a riunione. È persino superfluo aggiungere che molte di queste sedute duravano non più di un quarto d’ora. Buongiorno, arrivederci: sono 50 euro. Totale esborso di denaro pubblico: 285 mila euro.

Gli agrigentini hanno attraversato via Atenea recando un grande striscione con scritto «Noi siamo altro» e scandendo le parole «Dimissioni», «Vergogna», «Ci avete rubato il futuro». Erano per lo più giovani e disoccupati, che alla lettura della scorciatoia presa dai rappresentanti comunali per aumentarsi lo stipendio, hanno deciso di non limitarsi all’indignazione privata, ma hanno preferito quella collettiva. Col risultato di costringere anche la procura a muoversi. In municipio si è presentata la Digos, che ha sequestrato parecchio materiale.

«Dopo la vergogna, un momento di orgoglio», hanno sintetizzato i cittadini in piazza contro il malvezzo del gettone di presenza. Anche perché in una città come Agrigento, ultima in Italia per qualità della vita, quasi tutto il resto è assente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA