La fontana martoriata

«Chi rompe paga, ma noi non riteniamo di dover pagare le spese». Ispirato da un metodo non esattamente cartesiano, l’ambasciatore olandese ha lasciato di sasso il sindaco di Roma, Ignazio Marino, che gli aveva telefonato con l’aria da assicuratore per sondare il terreno in merito a un risarcimento danni.

Il tema è quello della Barcaccia del Bernini affondata dagli hooligan in piazza di Spagna. Il monumento aveva retto per 400 anni a invasioni, teppisti e calamità. Ma non ai baluba di Rotterdam; il materiale era resistente a tutto tranne che all’idiozia. La diagnosi degli archeologi della Soprintendenza giunti al capezzale del capolavoro è stata subito categorica: «Danni permanenti». E qualche minuto dopo l’ambasciatore olandese ha chiuso il cerchio: «E io non pago». Peccato, perché il restauro della Barcaccia, durato un anno, era costato 200 mila euro.

Senza contare devastazioni e spaccate nelle vie adiacenti la piazza, per un ammontare di tre milioni di euro. Poiché siamo convinti che il miglior deterrente per i teppisti da stadio, più del carcere, sia il risarcimento, consideriamo lo spocchioso rifiuto della diplomazia olandese un’interessante opportunità: quella di far pagare ai sei arrestati 33 mila euro e spiccioli a testa per veder ripristinata la fontana com’era prima del loro raid. E ci piacerebbe anche veder apposta una targa in ottone: «Qui il 19/2/2015 il monumento fu rovinato da olandesi ubriachi che spontaneamente, da sobri, contribuirono a restaurarlo». Col permesso di tornare a farsi dei selfie.

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