La fregata

Se non è avvenuto qualcosa di irrimediabile la notte scorsa, siamo tutti alleati. Voglio dire, nel Mediterraneo tutti i Paesi europei hanno il dovere di aiutare i profughi a raggiungere un porto di salvezza. Per questo stupisce il comportamento della fregata tedesca Hessen, che qualche giorno fa in una missione di pattugliamento ha avvistato un barcone, l’ha accostato e ha preso a bordo duecento migranti.

Poi, pur non essendo la Bismarck ed essendo finita da 70 anni la seconda guerra mondiale, si è diretta a tutta velocità verso un porto italiano. Perché? Senza voler fare facile demagogia, nel Mediterraneo ci sono porti francesi, porti spagnoli, porti greci, porti portoghesi, porti maltesi che per una nave di quel livello sono facilmente raggiungibili con ogni condizione di mare.

L’avrete intuito, la querelle è esclusivamente politica e il resto d’Europa dimostra ancora una volta - con lo stridore dei fatti - di non saper andare oltre le chiacchiere. A Bruxelles, a Berlino, a Parigi. a Madrid sono fermamente convinti che quello dei migranti debba essere un problema esclusivamente italiano. Atteggiamento molto pericoloso perchè del tutto difensivo, privo di quella collaborazione e di quella trasparenza che sempre sono decisive per far funzionare un progetto.

La Hessen consegnerà all’Italia i profughi poiché li percepisce come «italiani». E questo fa allontanare la soluzione. Anche perché concentrarsi solo su ciò che accade in mare senza darsi da fare per cambiare le condizioni di partenza a terra, è perdente. Una foglia di fico sino alla prossima tragedia.

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