L’ultimo treno per il Pd

di Gianlorenzo Barollo

Il governo Renzi è l’ultima chance per l’Italia? Forse. Di sicuro è l’ultimo treno per il volubile Pd, inteso come partito storico della sinistra italiana. Difficile pensare che l’elettorato di centrosinistra possa di nuovo sostenere l’altalena delle violente emozioni vissute nel giro degli scorsi 12 mesi.

Il governo Renzi è l’ultima chance per l’Italia? Forse. Di sicuro è l’ultimo treno per il volubile Pd, inteso come partito storico della sinistra italiana. Difficile pensare che l’elettorato di centrosinistra – isole di indecisi comprese – possa di nuovo sostenere l’altalena delle violente emozioni vissute nel giro degli scorsi 12 mesi.

Se guardiamo questo film con l’avanti veloce vedremo lo smacchiatore di giaguari Bersani impallinato alla schiena, colpevole d’aver vinto le elezioni senza la solidità dei numeri primi. Vedremo un governo Letta mescolare acqua e olio meglio di Harry Potter per esprimere alchimie inedite tra destra e sinistra. E poi uno scavalcamento in corsa, degno del più spericolato Steve Mc Queen, ma meno onorevole.

Renzi ha capito che l’attesa avrebbe logorato il partito e la sua riforma rottamatrice. Eccolo quindi in gara con la formula del «sindaco d’Italia» e la colt della risposta pronta via tweet. Renzi però è il capolinea del Pd: di sinistra forse non ha neppure la mano mancina. La sua entrata in Parlamento è stata analizzata nei dettagli semiotici e psicofisici, astrologici e fisiognomici. Al di là dello scarso ossequio per il cerimoniale istituzionale, il videoclip esotico di quel pugno di giovani governanti ricordava tanto gli ingressi dei concorrenti del Grande fratello. Tanta euforia per un’avventura sotto le telecamere 24 ore su 24: realpolitik e politica da reality si intrecciano. Tutti ora aspettiamo Renzi al varco. E ancor di più i compagni di partito. Le Idi di marzo non sono tanto lontane.

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