Magna Graecia no global

Le conversioni sulla via di Damasco sono sempre le benvenute, ma quella di Francesco Saverio Caruso appare fra le più eclatanti del ventunesimo secolo.

L’ex leader del movimento no global del Sud, noto più per la sua abilità nel pianificare azioni di protesta e di guerriglia urbana che per la pacatezza accademica, ha tenuto la sua prima lezione dalla cattedra di sociologia dell’ambiente e del territorio dell’università della Magna Graecia di Catanzaro. Cattivo maestro? Non ci sembra più il tempo per certe tentazioni, anche perché i ragazzi di oggi si fidano più del display di un iPhone che dei teoremi di un piccolo guru. Però qualcosa va detto per rispetto di quel meccanismo mentale che si chiama vizio della memoria.

Ce lo ricordiamo, Caruso, ragazzo esuberante a Ventimiglia e a Nizza durante gli scontri a margine del consiglio d’Europa del dicembre 2000. Treni bloccati, centro città a ferro e fuoco, McDonalds distrutto e lui che dichiarava lunare: «Nun capisco, chillo panino è buono assai». Ce lo ricordiamo anche al G8 di Genova, oscurato dall’impeto rock di Casarini nel guidare le tute bianche.

E come dimenticare il suo passaggio al social forum di Firenze nel 2002 , quando fu l’unico antagonista a marciare in bicicletta perché non avvezzo al podismo democratico? Colui che si sentiva «sovversivo a tempo pieno» e non si faceva problemi nel definire assassini Marco Biagi e Tiziano Treu ora ha una cattedra tutta sua. È consolante sapere che nella vita si nasce incendiari e si ingrassa pompieri. Auguri ai suoi studenti.

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