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Ecco che ci riprovano. Qualche mese di silenzio, poi è molto difficile che un politico di professione riesca a trattenersi dalla proposta a cui non si può dire no: «Sui compensi dei consiglieri regionali, io sono per equipararli ai parlamentari oppure per stabilire prestazioni volontarie». Lo ha sottolineato Vincenzo De Luca detto lo Sceriffo, discusso governatore della Campania, ancora in attesa di sapere se la sua carica gli verrà confermata oppure no perché condannato per abuso d’ufficio.

De Luca, che è politico di razza e che Renzi ha voluto mantenere in corsa per sbaragliare il centrodestra, non ha avuto peli sulla lingua in una recente audizione alla commissione Affari istituzionali al Senato: i consiglieri regionali dovrebbero avere un aumento di stipendio. E non di entità indifferente, visto che i parlamentari guadagnano attorno ai 10.000 euro al mese e i rappresentanti in Consiglio regionale 6.500.

L’uscita di De Luca ha ottenuto due effetti. Il primo di scandalizzare chi lo aveva eletto tempo fa paladino dei tagli agli sprechi, visto che da sindaco di Salerno aveva definito «buffoni» i consiglieri regionali che non accettavano di tagliarsi 2.000 euro di emolumenti. Il secondo effetto, decisamente più politico, è stato quello di ricompattare attorno alla sua persona una maggioranza abbastanza litigiosa e una minoranza che improvvisamente sembra essere diventata docile.
Il governatore, fin qui discusso e criticato, è diventato Churchill. Appoggio trasversale sugli stipendi e tutti contenti. In attesa di vedere come va a finire dobbiamo notare che la Regione Campania ora si regge su un collante formidabile. Altro che patto della crostatina.

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