Neuro

È tornato Neuro. Nascosta dietro la Borsa perennemente in extrasistole, obiettivo della speculazione che si maschera da banca in crisi, causa primaria del nuovo crollo della Grecia c’è lei, la moneta più fragile del mondo, quell’euro che troppo spesso s’ammala e manda in fibrillazione tutto il sistema economico.

La faccenda non è nuova e deriva dalla cagionevole costituzione dell’Europa stessa. Sognata dai padri fondatori e nata come libera aggregazione di Stati con gli stessi diritti e gli stessi doveri, è diventata un’altra cosa. Un piccolo mostro burocratico, un’unione fra creditori e debitori in cui i creditori dettano le leggi e i debitori le applicano su se stessi con lo scudiscio. Non c’è equilibrio, non c’è fiducia reciproca. Esistono solo pomposi trattati che impongono regole a tutti, ma danno la possibilità ad alcuni di non rispettarle.

La Germania sfora i parametri della bilancia commerciale in surplus senza alcuna lamentela, la Francia si fa un baffo del patto di stabilità, le perequazioni non esistono, la sussidiarietà è una parola intraducibile, le banche anglosassoni hanno ricevuto aiuti di Stato come se fosse Natale e le nostre (come al solito) sono arrivate tardi. Quando un problema è tedesco diventa un problema dell’Europa (vedi profughi 2015);quando un problema è italiano o greco (vedi profughi 2012,2013,2014) resta italiano o greco. Fuori dal continente ci vedono così, credibilità zero. E l’euro rischia di morire. Senza il Quantitative easing di Draghi avremmo lo spread a 500 come nel finale di partita dell’era Berlusconi. Prigionieri di quelli che il presidente americano Wilson chiamava «gli gnomi di Zurigo». E che adesso stanno a Bruxelles.

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