Notizie da ergastolo

Ergastolo. La voce è ferma, la richiesta è drammatica e il reato non è nè strage, nè omicidio volontario plurimo. Ma pubblicazione di articolo fastidioso per il potere. Accade in Turchia, lo stesso paese sempre in procinto di entrare a far parte dell’Unione Europea. Dove una procura (quella di Istanbul) ha chiesto la condanna a vita per il direttore e il caporedattore del quotidiano laico di opposizione «Cumhuriyet» , accusato di spionaggio e propaganda terroristica per aver pubblicato un’inchiesta che nei Paesi occidentali verrebbe segnalata come fiore all’occhiello della categoria e negli Stati Uniti concorrerebbe per il premio Pulitzer.

Il servizio trattava in modo dettagliato un passaggio di armi dalla Turchia alla Siria che l’accusa definisce «presunto». All’uscita dell’inchiesta il premier Erdogan aveva perso le staffe e si era lasciato scappare: «La pagheranno a caro prezzo». Non si può certo dire che in questa stagione di grande instabilità politica nell’area, la strategia turca sia esente da critiche: prima i carri armati immobili davanti all’Isis che circondava Kobane, poi le autobotti con il petrolio del Califfato smascherate dai satelliti russi.

Ondeggiamenti molto levantini,fra i quali rientra l’oggetto dello scoop giornalistico incriminato dal tribunale. Ora il processo decreterà il destino di Can Dundar ed Erdem Gul, rinchiusi nella stessa cella del carcere di Istanbul . Sin d’ora si può dubitare che un Paese che prefigura l’ergastolo per un giornalista abbia tutte le carte in regola per entrare in Europa. Per quel che ci riguarda, ci è sembrato ridicolo mettere il burqa a quattro statue, figuriamoci alle notizie.

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