Oltre il cortile

di Giorgio Gandola

La crisi ci sta aiutando a riscoprire valori sopiti, per esempio l’importanza dei vicini di casa. È dai tempi di Olindo e Rosa che attendevamo questa notizia: è nata a Bologna la prima social street del mondo.

La crisi ci sta aiutando a riscoprire valori sopiti, per esempio l’importanza dei vicini di casa. È dai tempi di Olindo e Rosa che attendevamo questa notizia: è nata a Bologna la prima social street del mondo. Poiché riscopriamo i vicini e non l’italiano, meglio dire che via Fondazza è la prima strada di mutuo soccorso del continente. La trovata è semplice e ci riporta a una società più umana nella quale dare una mano può essere un piacere e non un fastidio. Esempio: l’inquilino del terzo piano ha bisogno di un trapano, quello del primo gli presta il suo e lo aiuta a montare la libreria. Una signora deve sostenere un colloquio di lavoro via Skype, ma mezz’ora prima del collegamento le si rompe il computer: grazie al vicino, che le mette a disposizione una postazione nel suo ufficio, può non mancare all’appuntamento decisivo.

In via Fondazza in pochi si conoscevano, quasi tutti si guardavano con disinteresse, se non con sospetto. Tutto ciò fino al giorno in cui Federico Bastiani - stanco di non sapere nulla delle persone che incontra in ascensore - ha stampato questo volantino: «Ho creato un gruppo su Facebook degli abitanti di via Fondazza. Iscrivetevi». Centinaia di persone hanno risposto all’appello, ciascuna con la propria umanità e la propria specificità professionale. In definitiva, ci si aiuta senza chiedere nulla, se non reciprocità. E’ il segreto per spendere meno, è l’essenza del baratto. E Facebook si trasforma da bar della chiacchiera virtuale a bacheca di servizi. Anche questo è bene comune.

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