Quel pallone fa rumore

Felicità è un bambino che rincorre un pallone. Nel campo di calcio di Pradalunga non si può più fare, almeno nei giorni deputati alle sfide di campionato giovanile e di categoria che di solito sono il sabato e la domenica.

Un giudice ha deciso che nessuno giocherà perché il rumore dei tifosi e dei calciatori durante le partite arreca danni ad alcuni cittadini a causa del superamento dei decibel di legge.

La sentenza sta facendo certamente più rumore dei genitori che nel weekend seguono dagli spalti i loro figli per incitarli e (cattiva abitudine connaturata con la pratica) mandare a quel paese in senso buono l’arbitro. Per farla rispettare, il sindaco di Pradalunga ha interrotto domenica una gara a due minuti dalla fine invadendo tecnicamente il campo accompagnata da un vigile che ha emesso il triplice fischio, triste de profundis per il campo di calcio che era un po’ l’orgoglio del paese.

A noi tutto questo sembra paradossale poiché riteniamo che una simile vertenza potesse avere sbocco naturale fuori da un’aula di tribunale. Ci si parla, si trova un accordo, si rispettano le legittime esigenze degli abitanti di quattro villette (gli altri si formalizzano meno o amano il calcio) e si prosegue serenamente nell’attività sportiva di un intero territorio. Le impuntature portano sempre conseguenze spiacevoli. E adesso l’amministrazione potrebbe persino essere costretta a investire del denaro per pareti fonoassorbenti, come se stessimo parlando di un’autostrada o dell’aeroporto di Orio. Siamo ancora in tempo per sperare che, oltre al pallone, non rotoli via anche il buon senso?

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