Recensire la cugina

Non ci bastano gli insulti social, adesso li vogliamo anche con le stellette. È l’ultima moda negli Stati Uniti e fra qualche mese arriverà anche da noi con il consueto accompagnamento di fanfare inneggianti alla modernità, alla libertà, all’originalità, mai alla stupidità.

È uscita Peeple, un’applicazione per recensire le persone come se fossero alberghi, ristoranti o prodotti da acquistare sul web. Le caratteristiche fondamentali sono due: si possono dare i voti alle persone e motivarli con commenti più o meno salaci, più o meno volgari (lo decideranno i moderatori), più o meno in linea con alcune esibizioni muscolari del pensiero debole visibili in rete. Le aree di giudizio sono tre: professionale, personale e sfera galante (diciamo così), quest’ultima aggiunta dalle due ideatrici per dare quel tocco di morboso che sempre funziona nel mondo virtuale.

Le reazioni alla app sono di apprensione, anche perché nessuno avverte il bisogno dell’ennesimo strumento capace di distruggere l’immagine di un giovane, di un’adolescente, andando a toccare le corde della fragilità con conseguenze insondabili. L’idea di limitare il cyberbullismo è presente almeno nelle buone intenzioni e per iscriversi a Peeple bisogna avere almeno 21 anni, un profilo Facebook approvato e un numero di cellulare per identificazione. Tutti paletti facilmente aggirabili indossando le generalità di Pluto, Batman o Pipino il Breve, ma almeno l’apparente legalità è salva. A naso potrebbe essere il luogo ideale per ex fidanzate nevrotiche e colleghi invidiosi. Una volta confluiti lì, qualcuno potrebbe trovare il modo di chiuderli dentro e buttare via la chiave.

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