Tempi tecnici

di Giambattista Gherardi
A gennaio molti Comuni, anche bergamaschi, avevano gioito per l’assegnazione di fondi dal ministero delle Infrastrutture con il decreto dei «6.000 campanili».ë

A gennaio molti Comuni, anche bergamaschi, avevano gioito per l’assegnazione di fondi dal ministero delle Infrastrutture con il decreto dei «6.000 campanili». Una legge, secondo il comunicato di allora, «in grado di mettere in moto immediatamente l’economia locale». L’accento va posto su quell’avverbio, «immediatamente», che nella diffidenza dei comuni mortali strideva non poco con i normali tempi della nostra burocrazia. «Gli uffici del ministero – si precisava – si sono già attivati in modo da essere pienamente operativi per l’erogazione dei fondi, non appena giungerà il via libera della Corte dei Conti». Via libera cui si sono frapposti nel frattempo gli immancabili ricorsi al Tar e i tempi lunghi (definiti tecnici) di uffici e apparati. In sostanza a oggi dei soldi nemmeno l’ombra, forse se ne parlerà in autunno.

Nel frattempo la Gazzetta ufficiale ha pubblicato un altro elenco di Comuni beneficiari per 50 milioni complessivi. Come dire: aumentano le promesse, ma restano sulla carta. Succede con il 5 per mille alle associazioni no profit e succederà (scommettiamo?) per gli sgravi di sanzioni annunciati per la Tasi. Ironia della sorte è che fondamento del decreto «6.000 campanili» era la capacità dei Comuni di inserire a sistema i progetti in pochissimi secondi, vincendo una vera e propria gara di velocità informatica, il famigerato «click day». I Bolt della tastiera si erano superati: un progetto presentato in poco più di 20 secondi era al limite dell’esclusione. Ma se alle Olimpiadi hai la medaglia d’oro al collo nel giro di qualche minuto, qui per passare alla cassa ci vogliono mesi. Quella contro certi «tempi tecnici» è la madre di tutte le battaglie.

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