Trentadue miliardi in bilico

Giorgio Gandola

La solitudine delle forbici. Era prevedibile, e infatti sta accadendo: i 32 miliardi di risparmi sulla spesa pubblica (la spending review tanto attesa) sono di nuovo a rischio.

La solitudine delle forbici. Era prevedibile, e infatti sta accadendo: i 32 miliardi di risparmi sulla spesa pubblica (la spending review tanto attesa) sono di nuovo a rischio. L’importo salvifico fu annunciato qualche settimana fa da Carlo Cottarelli, commissario nominato per utilizzare le forbici dentro i meandri della pubblica amministrazione, ed era l’obiettivo individuato per i prossimi tre anni.

«Se tutti i 32 miliardi verranno utilizzati per ridurre le tasse sul lavoro si porterebbe la tassazione al livello medio nell’area dell’euro». Un obiettivo serio, una promessa formale del governo Letta. Uno dei punti chiave del ritorno a un minimo di fiducia nel rapporto fra il cittadino, sottoposto ad ogni tipo di sacrificio, e l’abitante del palazzo della politica (parlamentari, grandi e piccoli burocrati, clientes di ogni ordine e grado) che invece di sacrifici non ne ha ancora sostanzialmente fatti.

Ebbene, quei 32 miliardi sono in bilico, le forbici di Cottarelli rischiano di diventare zero affilate come quelle di Enrico Bondi prima di lui. A togliere efficacia allo strumento e a chi lo impugna è proprio la legge di Stabilità, che in un emendamento recita: «Al taglio del cuneo fiscale è destinato l’ammontare dei risparmi al netto delle risorse da destinare a programmi finalizzati al conseguimento di esigenze prioritarie di equità sociale e di impegni inderogabili».

Frase ministeriale per dire che quei soldi potrebbero essere dirottati altrove, magari per la spesa corrente. Vale a dire toglierli alla spesa pubblica con la mano destra e restituirli alla bulimia statale con la mano sinistra. Che stile.

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