Tutti bocciati

di Giorgio Gandola
«Si faccia sponsorizzare dalla Red Bull, dare Chimica è diventato uno sport estremo». È l’immagine più carina con cui gli studenti dell’università di Messina, corso di Biologia marina, hanno dipinto Sandra Lo Schiavo, la docente più severa d’Italia.

«Si faccia sponsorizzare dalla Red Bull, dare Chimica è diventato uno sport estremo». È l’immagine più carina con cui gli studenti dell’università di Messina, corso di Biologia marina, hanno dipinto Sandra Lo Schiavo, la docente più severa d’Italia, scoperta dal Corriere della Sera in fondo allo stivale.

La signora ha 56 anni, un pastore tedesco di nome Sasha e un principio dal quale non deroga mai: «Preferisco essere odiata piuttosto che mandare nel mondo del lavoro studenti impreparati». E allora li boccia, ne rimanda indietro anche il 70% per sessione, la leggenda dell’ateneo parla di un giovane che è stato rimbalzato 43 volte. È l’immagine di un conflitto intellettuale che va oltre la società e le mode, e che finisce direttamente nell’antropologia.

Per la professoressa la preparazione dev’essere seria e rigorosa, per quegli studenti bocciati forse no. È il panorama di una scuola sempre più in difficoltà nel tenere la barra dritta davanti a una generazione fragile, qualche volta indifesa e sperduta, di ragazzi che l’ex ministro Fornero aveva bollato come choosy (schizzinosi) e che Tommaso Padoa Schioppa prima di lei aveva definito ingenerosamente bamboccioni. Per non sbagliarsi la prof di Messina boccia e riceve il plauso di molti colleghi. Una mail su tutte: «Mio nipote è uscito con Ottimo dall’alberghiero, non sa tritare uno spicchio d’aglio e non conosce le lingue». Bisogna ripartire dalla scuola, dicono i politici. Ma quale scuola? A noi - in una società nella quale tutti hanno sempre e comunque ragione - quella della prof Sandra non dispiace.

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