Tutti o nessuno

Allora c’è ancora speranza. Allora l’uomo non è soltanto un fascio di nervi, un certo numero di neuroni, un i-Phone e un elenco infinito di diritti. Allora la paura può essere vinta e si può stringere una mano guardando negli occhi qualcuno, senza esitare a chiamarlo «fratello».

Succede a El Wak, un punto sulla carta geografica del Kenya al confine con la Somalia. Zona pericolosa, predoni e terroristi. I predoni per tutti, i terroristi di Al-Shabaab per i cristiani. Qui vengono scortati da agenti armati anche i pullman di linea fra una regione e l’altra. Con Al-Shabaab non si scherza, lo scorso anno un autobus fu assalito e 28 cristiani furono uccisi.

La corriera di El Wak non ha la scorta perché non s’è fermata al posto di blocco dove l’aspettava la protezione. Corre sull’altopiano, nella polvere, come un bovino nel territorio dei lupi. E cade in un’imboscata. Con una certa prontezza, dopo aver visto morire due passeggeri che tentano la fuga, l’autista chiude le porte del mezzo e i 68 viaggiatori - secondo la ricostruzione della Bbc - si scambiano abiti, veli, perfino bambini. I musulmani con i cristiani, i cristiani vestiti da musulmani.

Le porte si aprono, i terroristi chiedono ai cristiani di scendere, ma ricevono una risposta mai sentita prima: «Siamo kenioti e basta. Ammazzateci tutti o lasciateci andare». Controllare i documenti diventa un problema, la religione non ha un timbro e dall’altra parte della strada sta arrivando un pullman con la scorta. Allora i tagliagole di Al-Shabaab decidono di lasciar perdere. Non sono riusciti a distinguere quei bambini perché avevano tutti lo stesso sguardo.

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