Sinner, lo sciatore
diventato tennista
che piace a Bergamo

Il tennis ci ha regalato un’altra grande soddisfazione. Mentre troppi fianchi dello sport franano sotto i colpi del Covid, siamo catturati, piacevolmente distratti, dal sorriso del giovane Jannik Sinner che sabato ha sbancato Sofia con la calma autorevolezza di un campione consumato e a dicembre si trasferirà in Australia per preparare un 2021 di altissimo livello.

Ha 19 anni, girare il mondo non lo spaventa, sa che è la condizione imprescindibile se vuoi sfondare con la racchetta, la linea di confine che spesso tanti talentuosi ragazzi italiani non oltrepassano per non scambiare una vita confortevole con i sacrifici da globetrotter (fusi orari da attraversare, lontananza dagli affetti più cari, allenamenti, concentrazione e via così a battere il ferro finché è caldo).

Anche la bergamasca Lisa Pigato, all’indomani della vittoria nel doppio junior al Roland Garros di Parigi, il mese scorso, ha lasciato intendere l’importanza di crescere e di non fermarsi ai successi giovanili. E visto che tiriamo in ballo Bergamo, Jannik lo sentiamo anche un po’ nostro dal momento che esplose proprio agli Internazionali della nostra città trionfando nell’edizione del 2019 e conquistando simpatia e ammirazione indelebili. Sinner re di Bergamo come in precedenza lo erano stati altri italiani importanti: Andreas Seppi (2008), altoatesino come lui, Simone Bolelli (2014) e Matteo Berrettini (2018). E già ci manca il Challenger orobico, nel febbraio scorso mutilato della finale Illya Marchenko-Enzo Couacaud, non disputata per colpa del virus che impose di chiudere tutto. Ma questo Sinner, se non tradirà il suo futuro, ha le carte del fenomeno. Non solo per quel rovescio che spacca e per quella capacità di mantenere il controllo della situazione. Ha lo sport e la competizione nel sangue. Pensate che nel 2008, quando Seppi scriveva il suo nome nell’albo d’oro del Challenger di Bergamo, il piccolo Jannik si laureava campione italiano junior di slalom gigante. Sciava (e giocava pure a pallone). E ti credo, è di Sesto Pusteria, dove c’è una pista nera che è una goduria per chi ama il brivido. Ma poi - disse - ho preferito il tennis perché sugli sci basta una caduta e ti rompi tutto. E l’Alto Adige, con più di 450 campi, è un paradiso del tennis. Comunque un ragazzo che maneggia racchette, quali che siano, a noi bergamaschi, montanari e tennisti, piace tanto.

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