Un pubblicitario trentenne
dal romanticismo al reale

«Quando cominci ad analizzare cos’è andato storto, o più precisamente dove tu hai imboccato la strada sbagliata, è un po’ come sbucciare una cipolla. C’è sempre uno strato successivo, un errore commesso nel passato o un ricordo imbarazzante che emerge e ti riporta ancora più indietro nel tempo alla ricerca della verità ultima».

«Quando cominci ad analizzare cos’è andato storto, o più precisamente dove tu hai imboccato la strada sbagliata, è un po’ come sbucciare una cipolla. C’è sempre uno strato successivo, un errore commesso nel passato o un ricordo imbarazzante che emerge e ti riporta ancora più indietro nel tempo alla ricerca della verità ultima». È riflessivo Nicholas Sparks nel suo ultimo romanzo «La vita in due» (Sperling & Kupfer). Cento milioni di copie vendute nel mondo e undici adattamenti cinematografici non lo hanno trasformato in una macchina da bestseller: reduce da un doloroso divorzio, l’autore americano si interroga su cosa possa condurre al naufragio una relazione, e nelle sue pagine si sente molta verità, con un pizzico di autobiografia. Ci sono l’amore, il dolore la malattia, e molte emozioni.

Russ Greene, il protagonista, è un pubblicitario trentenne, un romantico, che ha imparato a conquistare le donne ispirandosi a Richard Gere in «Pretty Woman» e ha trovato la sua Vivian, bellissima, elegante, ambiziosa. Vive con lei in una villetta a Charlotte, nel North Carolina, accanto ai suoi genitori e alla sorella Marge, una parte importante della sua vita. I guai per la coppia incominciano con l’arrivo della figlia London: Vivian smette di lavorare per stare a casa con lei, Russ si sente investito di troppe responsabilità, è sempre a caccia di bonus e straordinari e il matrimonio perde smalto. A un certo punto i ruoli si invertono: Russ si mette in proprio, ma la sua attività non decolla, Vivian invece ottiene una posizione prestigiosa. Non passa molto tempo e la loro vita va in pezzi. Russ deve ripartire da zero, sul piano affettivo e professionale: soltanto Marge continua a credere in lui. Passa più tempo con la figlia, impara a conoscerla, scopre cosa significa davvero essere padre. È un nuovo punto di partenza.

Così Sparks parla delle prove della vita, racconta come per affrontarle si debba imparare a uscire da se stessi e a superare i propri limiti. Russ deve abbandonare le sue idee romantiche, lasciarsi alle spalle tutte le certezze, dare senso al suo passato, ed è un percorso molto doloroso; ma non si arrende all’amarezza, non perde coraggio. Quando le sue ferite si rimarginano riacquista slancio, scopre di essere pronto a esplorare altri orizzonti. Come i grandi esploratori del passato trova alla fine una nuova terra a cui approdare, nuove consapevolezze, compresa quella - pragmatica - che già Goethe aveva perfettamente espresso: «L’amore è una cosa ideale, il matrimonio è una cosa reale; una confusione del reale con l’ideale non rimane mai impunita». 

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