Lino dalla Normandia
fino a Villa d’Almè

Il Linificio e Canapificio Nazionale di Villa d’Almè ha parlato di sostenibilità a Milano Unica, fiera di settore conclusasi da pochi giorni. Lo ha fatto con Tessuti di Sondrio, altra azienda del Gruppo Marzotto: insieme hanno presentato una nuova etichetta all’insegna del lino e di un progetto tracciabile.

«Si chiama “Il Lino” e non è una semplice raccolta di tessuti naturali, ma un racconto che narra di sinergie e di sostenibilità al 100%» spiega Fabio Mariotti, ad della Tessuti di Sondrio. Con Bergamo protagonista di una filiera trasparente che parte dal lino coltivato e selezionato dalla Cooperativa agricola Terre de Lin in Alta Normandia: «Dopo una prima pettinatura in Francia, con macchinari progettati dalla Linimpianti, società del Linificio di Villa d’Almè, il lino arriva negli stabilimenti bergamaschi per la filatura - continua Mariotti -viene poi tessuto nelle tessiture del gruppo Marzotto e nobilitato nel nostro stabilimento di Sondrio, con finissaggi in grado di dare mani, aspetti e performance altamente innovativi. La tintura in filo avviene invece a Biella nei nostri stabilimenti, a Sondrio se effettuata in pezza».

Un’etichetta, questa de «Il Lino», che oggi si presenta con una cinquantina di articoli per la moda uomo, sviluppati su più disegnature, per circa 300 mila metri di tessuto anno: «L’obiettivo è aumentare la produzione, dando sempre più valore alla tracciabilità del nostro lino, un tessuto contemporaneo e amato dalla moda, attenta ai temi ecologici e ambientali» continua Mariotti, con la conferma anche dell’amministratore delegato del Linificio Pierluigi Fusco Girard: «Il lino può essere considerato una risposta a questo tema, in quanto la fibra è per sua natura altamente sostenibile: quando cresce arricchisce il terreno e non lo depaupera, non consuma acqua, assorbe anidride carbonica responsabile del riscaldamento globale e rilascia invece ossigeno vitale per l’intero ecosistema».

La nuova etichetta sarà ora implementata con un continuo coinvolgimento di Villa d’Almè: «Per il Linificio il 2018 si è chiuso con un fatturato di circa 46 milioni di euro, in linea con le previsioni e in aumento di circa il 15 % rispetto all’anno precedente - spiega l’amministratore delegato -. Per il 2019 ci prefiggiamo l’ambizioso obiettivo di continuare ad incrementare il fatturato di un ulteriore 10%, grazie ad un grosso lavoro di riposizionamento dell’azienda che ha fatto sì che essa oggi venga considerata il riferimento mondiale per l’eccellenza ed unicità dei prodotti, nonché per creatività, customizzazione ed innovazione».

Senza dimenticare il progetto «Km zero» di Astino, dove il Linificio coltiva lino e canapa: «È stato un vero successo per il territorio: c’è stata una riscoperta della filiera liniera bergamasca, un’eccellenza, sia da parte della società civile, che si è proclamata ambasciatrice del lino bergamasco nel mondo, sia per le aziende del territorio, che hanno manifestato grande interesse nel voler utilizzare il filato ottenuto con la fibra coltivata nella valle delle biodiversità di Astino, unico esempio di prodotto di lino interamente italiano». Con una novità: «Per il 2019 abbiamo deciso non solo di proseguire lo straordinario progetto sperimentale ad Astino, ma di esportare questa “best practice” anche in altre regioni italiane».

Il 2019 sarà quindi un anno importante per il Linificio e Canapificio Nazionale: «Si focalizzerà molto sull’innovazione legata al processo produttivo e ai macchinari, in collaborazione con aziende altamente qualificate e specializzate in intelligenza artificiale e robotica».

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