Quelle interviste pagate
Dal piccolo Loris a Bossetti

Il caso del piccolo Loris Stival, il bambino ucciso in provincia di Ragusa, ha recentemente dimostrato come la legge dell’infotainment abbia superato ogni limite etico e deontologico, con parenti dell’indagata Veronica Panarello (la madre del piccolo) che sarebbero stati addirittura pagati per rilasciare interviste televisive. Ne dava conto «Il fatto quotidiano» lo scorso 16 ottobre, carte dell’inchiesta alla mano.

«Carmela Anguzza e Antonella Panarello, rispettivamente madre e sorella di Veronica – osservano gli inquirenti – hanno trovato un’ottima risorsa economica nei proventi derivanti dalle loro partecipazioni ai programmi televisivi», addirittura mutando totalmente il contenuto delle dichiarazioni rese davanti alla polizia giudiziaria, dato che « in presenza delle telecamere fanno dichiarazioni totalmente contrastanti».

Nelle carte di quell’inchiesta è registrata una telefonata tra la Anguzza e Barbara D’Urso in cui la popolare conduttrice di Domenica Live, su Canale 5, insiste per avere una partecipazione della madre dell’indagata. E avrebbe dettato pure la linea: «Altrimenti l’opinione pubblica si convince sempre più che Veronica è colpevole». Alla fine all’ospite «vengono offerti 2 mila euro». Quando invece a chiamare è il produttore di Segreti e Delitti «la madre viene informata che la prima volta a Domenica Live aveva percepito 3.500, la seconda 2.000 e quindi lui le darà direttamente 3 mila euro».

Non sembra essere andata tanto diversamente – almeno dal punto di vista retributivo – per il caso Bossetti. Stando alle intercettazioni, riviste e trasmissioni tv avrebbero sborsato migliaia di euro per ottenere servizi esclusivi e interviste.

È il 13 dicembre 2014 e Bossetti sta parlando in carcere con la moglie Marita. Il colloquio è intercettato. I coniugi accennano alle loro difficoltà economiche, dovute all’arresto di Massimo e alle inevitabili e ingenti spese legali che si avvicinano, anche soltanto per estrarre copia degli incartamenti e consentire agli avvocati di studiare il caso.

Si evince chiaramente che la moglie di Bossetti ha accettato di farsi intervistare dietro compenso economico, tant’è che si lamenta pure della tassazione elevata sul lordo: «Sai quanto mi hanno dato? Diciassette, dei 25 che erano, ottomila euro tutto di tasse... trattenute...», protesta Marita, che poi aggiunge: «Questa qua di Matrix (venne intervistata in esclusiva il 9 ottobre 2014, ndr) me li hanno già tirati giù e mi hanno dato diciassettemila e sei, quello di Gente me ne hanno dati venti, erano venticinque, me ne hanno dati venti e dovrò pagare io duemila e qualcosa, quando faccio la dichiarazione, capito!». «Beh, è tutto guadagno», osserva Massimo. «Si però dici, caspita, partiti da venticinque!», esclama la moglie. Poi Bossetti la invita a dire all’avvocato di «fare una lettera di sollecito per il pagamento». A parte il fatto che sarebbe interessante capire come vengono inquadrate dal punto di vista contrattuale le testimonianze giornalistiche a pagamento (rimborsi spese? consulenze artistiche?) viene spontaneo chiedersi: Marita ha agito a fini di lucro? È dunque una fredda calcolatrice?Sarebbe un giudizio troppo severo. Dalle carte non emerge un atteggiamento venale: accetta di darsi in pasto alla tv, è vero, ma non senza tormento interiore, pressata da più parti e in certo qual modo indotta dalla difficile situazione economica e dalle incombenti e inevitabili spese difensive per il marito. Gli avvocati «le hanno chiesto cosa ha deciso di fare per il coso là, di Roma» dice in una conversazione intercettata il 23 settembre 2014 la cognata Nadia al telefono con suo marito Agostino (fratello di Marita), riferendosi a un’intervista tv da registrare nei giorni successivi – e lei ha detto che non vuole farlo perché non se la sente». Agostino cerca di far ragionare le due donne (che si trovano insieme), accennando al fatto che altrimenti non ci sarebbero più fondi per sostenere le spese vive legate alla difesa di Massimo. «No perché tua sorella è qui, sta piangendo...» spiega Nadia ad Agostino. «O vuoi dargli una mano a Massi – è il rimprovero di Agostino – oppure no, non ci sono storie (...) questa qua è un’occasione, prendi i soldi e basta». Marita si dispera: «Dipende tutto da me?». Poi fratello e cognata danno prova di aver colto in pieno la logica della cronaca-spettacolo: «Ma perché vogliono lei?» chiede Nadia, che poi si risponde da sola: «Se era uno scorfano non la volevano».Il più realista si conferma Agostino: «Che sia quella trasmissione lì o un’altra, quella che vogliono è lei. (...) Se eri Berlusconi non la facevi, ma dato che non siamo Berlusconi come famiglia, sarà il caso di tirar su in tutte le maniere possibili». «Lei sperava di non farla in generale, questa è la verità», sintetizza Nadia. «A loro gli interessa che parli per 10 minuti», conclude Agostino, che aggiunge: «Le domande tutte concordate prima, più di così, fischia...». Le domande non lo sappiamo, il prezzo – stando alle carte – pare proprio che fosse concordato. Del resto l’importante è che lo show prosegua. E ad ogni costo.

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