Mondonico sale in cattedra
«Con l'autostima si vince»

Il 29 gennaio non è il giorno soltanto del professor Bernardini. Prima di lui, nell’accogliente sala conferenze dello Studio Casa, a Urgnano, sale in cattedra un altro professore: Emiliano Mondonico. L’invito arriva dal presidente della rete immobiliare, Luigi Malanchini.

Ad ascoltare l’allenatore bluceleste una cinquantina di agenti. Il mercato della casa non sta vivendo uno dei momenti migliori: «Anzi, dal 2003, anno d’oro, nel quale erano stati firmati 920 mila contratti di compravendita, si è scesi progressivamente e oggi siamo in presenza della crisi più grave di sempre», spiega Malanchini.

Il quale, tuttavia, guarda avanti, utilizzando una metafora ciclistica, probabile retaggio dei tempi in cui lo Studio Casa sponsorizzava questa disciplina: «Ho paragonato questa fase difficile alla scalata dello Stelvio. La fatica si sente, però siamo quasi in cima: sono convinto che il 2010 rappresenterà l’ultimo tratto della salita. Dobbiamo fare squadra per superarlo: al di là del valico, ci attende la discesa».

Bisogna fare squadra, dice il presidente. Chi, dunque, meglio del Mondo, può spiegare il concetto? Chi meglio di questo fuoriclasse dello spogliatoio, che si accosta al capezzale di un gruppo un difficoltà, gli pratica una sorta di respirazione bocca a bocca, lo rianima con un paio di pareggini giusti, infine lo rimette in piedi con una pompata d’ossigeno di 15 punti in cinque partite, tirandolo fuori dalla buca?

«La prima cosa che si deve fare quando si attraversa un momento difficile - attacca Mondonico, catturando subito l’attenzione dell’uditorio - è rifuggire dagli alibi. Se imbocchiamo questa strada, che sembra una scorciatoia ma in realtà è un vicolo cieco, siamo persi, non ne usciamo più. Serve un check-up impietoso. Che cosa c’è di sbagliato: la preparazione, la partita, la tattica? E un’analisi approfondita di conoscenza: della squadra, dello staff, del mondo che ci gira attorno. Bisogna ritrovare autostima, perché senza autostima non si va avanti. Degli avversari ci si preoccuperà in un secondo momento, prima bisogna conoscere se stessi».

«Una volta fatto questo esame preliminare - continua il Mondo - si stabilisce se si può andare avanti come si è sempre fatto, oppure se bisogna cambiare qualcosa. Badate che non mi riferisco all’immissione di forze nuove, attingendo al cosiddetto mercato: si lavora su quello che c’è. Bene, entrando nel tema specifico dell’AlbinoLeffe, abbiamo convenuto, non vi dico a prezzo di quali e quante resistenze, peraltro giustificabili, che era indispensabile cambiare modulo di gioco: non più la difesa a quattro come questa squadra aveva fatto per sei anni, ma la difesa a tre».

«All’inizio c’è stato qualche comprensibile smarrimento, poi la strada nuova è stata imboccata senza ulteriori remore. Qui decido io, ho detto ai giocatori, e li ho portati tutti dalla mia parte: per accettazione, oppure per coazione, ma a metà del guado non si poteva più restare. Oggi più nessuno tornerebbe indietro. Non so se questa ricetta sia applicabile anche al vostro settore, perché non lo conosco, ma penso che un riesame della strategia, ogni tanto, sia necessario in tutti i campi».

«È applicabile anche da noi, eccome se è applicabile», gli fa eco il presidente Malanchini. Pare che un’inversione di strategia sia la via d’uscita necessaria anche nel campo delle compraventite: non si parte più dalla casa per arrivare al cliente, ma si batte il percorso opposto, dal cliente alla casa. E il bicchiere del mercato immobiliare lo si torna a vedere mezzo pieno. Come quello dell’AlbinoLeffe.
 Ildo Serantoni

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