Motomondiale al via: Bergamo c'è
con Gandolfi, tecnico freni Brembo

Per tre decadi Bergamo è stata in cima al mondo delle due ruote per le imprese di Carlo Ubbiali (9 mondiali), Giacomo Agostini (15 mondiali) e Roberto Locatelli (un mondiale). Ora che il «Loca» ha deciso di ritirarsi, dopo 16 anni contraddistinti da 9 vittorie (in 125) in 224 Gran premi (125 e 250), non restano più piloti a rappresentare le Orobie.

Per la verità Locatelli avrebbe continuato se gli fosse arrivata un'offerta interessante, ma la nascita della Moto2 ha spinto molti team a privilegiare piloti con la valigia. Così il 35enne ha optato per il ruolo di chioccia, diventando coordinatore dello Junior GP Racing Team che cresce talenti da far esordire nel mondiale.

A tenere alto il nome della Bergamasca resta così la Brembo, fornitrice dei freni di 8 dei 10 team della MotoGp. In pratica tutti i team ufficiali Yamaha, Ducati, Honda e Suzuki per un totale di 14 piloti su 17, con l'eccezione del team Gresini e della Honda Interwetten di Hiroshi Aoyama.

Una bella dimostrazione di fiducia per la Brembo che con i successi nella 500-MotoGp, dove negli ultimi 20 anni ha mancato il titolo mondiale solo nel 1993 (successo di Kevin Schwantz), si è costruita una solida fama. A gestire il progetto MotoGp è il 51enne bergamasco Eugenio Gandolfi, per il suo bigliettino da visita semplice sales manager.

«Rappresento la Brembo ai Gran premi, come responsabile tecnico: parlo con gli ingegneri e i capi progetto, raccolgo i loro input e verifico l'efficacia dei nostri prodotti. In più c'è il lavoro compiuto in sede, per pianificare la produzione e definire le specifiche delle unità da realizzare».

Per ogni nuovo pezzo vengono eseguiti calcoli strutturali, poi si passa alle prove dinamiche al banco. «Una volta verificata l'efficacia li facciamo testare ai team durante le prove invernali. I nostri prodotti devono essere anzitutto sicuri e poi fornire le prestazioni ottimali».

Per la gara in Qatar, secondo i dati Brembo le 8 frenate di ogni giro impegnano i piloti per il 18 per cento del loro tempo. Nella prima curva del tracciato, invece, le velocità crollano da 340 a 140 km/h in soli 300 metri con una decelerazione di 1,4 g.

«Per queste ragioni trattiamo tutti allo stesso modo, dal primo all'ultimo arrivato, e non riesco a rilassarmi finché tutti non hanno tagliato il traguardo». A portare Gandolfi in Brembo è stata un'inserzione. «Nel 1989 su L'Eco di Bergamo comparve un annuncio per la ricerca di una persona disposta a viaggiare. Bisognava parlare l'inglese e avere conoscenze basilari di meccanica. Chiesi a mio fratello, che già lavorava per Brembo, di cosa si trattasse. Venni preso, malgrado la mia formazione elettrotecnica. Esordii ad Hockenheim in quello stesso anno».

Da allora la Brembo è diventata una multinazionale che impiega 5.417 persone in 35 stabilimenti di 14 Paesi. Ah, se solo producesse piloti.
 Giovanni Cortinovis

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