Sorensen vince sul Terminillo
Pinotti quinto nella generale

Senza i fratelli Schleck e il re della Roubaix Cancellara si era detto e scritto che la Saxo Bank si presentava al Giro d'Italia con una squadra di riserva. E si era anche sottolineato come Chris Sorensen avrebbe potuto giocare il ruolo dell'outsider senza quella frattura alla clavicola rimediata al Giro di Catalogna che aveva messo in pericolo la stessa partecipazione alla corsa rosa.

Il 25enne danese di Hammel è sì in ritardo abissale in classifica ma, sul primo arrivo in salita del Giro, ha ricordato a tutti di che pasta è fatto, vincendo per distacco tra la foschia che avvolgeva il Terminillo un'ottava tappa che non ha creato particolare scompiglio. Tra i fuggitivi della prima ora, Sorensen ha corso con il coltello tra i denti, rispondendo per le rime ad un attacco dell'altro protagonista di giornata, il suo coetaneo Simone Stortoni, staccato quando le rampe del Terminillo si facevano più dure.

Per il giovane danese, passato professionista del 2005 con la maglia della Designa Kokken, si tratta del primo centro stagionale, il quinto in carriera. Di certo, il più prestigioso. Stortoni, marchigiano della Colnago, ha poco da recriminare, avendo speso ogni residuo di energia: il suo allungo ha fatto tremare i polsi a tutti i «sopravvissuti» della fuga, trovando però in Sorensen pane per i suoi denti.

Al traguardo c'erano i suoi amici di Chiaravalle che l'hanno tirato su di morale, anche perché avrebbe voluto regalare il suo primo successo tra i professionisti, che frequenta da due stagioni, alla mamma, che festeggiava il compleanno. Visto il carattere e la fame di questo scalatore che si allena spesso con Michele Scarponi, il cadeau è solo rimandato.

Per quanto concerne l'alta classifica, la rampa che porta alla meta in quota non cambia gli equilibri delineatisi sabato sulle strade bianche della Toscana. Con la fatica ancora da smaltire, i big si sono marcati da vicino e gli attacchi dei vari Garzelli, Cunego o Scarponi non hanno fatto la differenza. In realtà qualcosa in più ha messo in campo l'ex Piccolo Principe ma la Lampre ha commesso l'errore di non inserire alcun elemento nella fuga, così da essere poi costretta ad assumersi quasi un toto la responsabilità dell'inseguimento.

Hanno risparmiato benzina il kazako Alexandre Vinokourov, che mantiene la maglia rosa, e l'iridato australiano Cadel Evans, mai in affanno nelle fasi più concitate della gara, mentre accumula altri minuti lo spagnolo Carlos Sastre ed esce definitivamente di scena lo scozzese David Millar. Tanti i ritirati di giornata, tra cui un «pesce grosso» come Alessandro Petacchi, arresosi ad una bronchite asmatica che non gli aveva fatto chiudere occhio nella notte.

Un vero peccato, perché già luneedì lo spezzino della Lampre avrebbe potuto concorrere per un posto al sole. La Frosinone-Cava de' Tirreni, infatti, è disegnata per le ambizioni degli sprinters perché, nei 187 chilometri in programma, c'è quasi tutta pianura tranne un paio di strappi nelle fasi finali. AleJet avrebbe potuto essere lì, tra le ruote veloci di un Giro che ora si prenderà un po' di pausa in attesa che lo Zoncolan, tra una settimana precisa, dia i primi, inappellabili verdetti.

Ordine d'arrivo
1. Chris SORENSEN (Dan/Saxo Bank) in 4.50'48 (media oraria: 38,995)
2. Simone Stortoni (Ita) a 0'30
3. Xavier Tondo Volpini (Spa) 0'36
4. Evgeni Petrov (Rus) 0'49
5. John Gadret (Fra) 0'55
6. Damiano Cunego (Ita) 0'56
7. Stefano Garzelli (Ita) 0'56
8. Alexandre Vinokourov (Kaz) 0'56
9. Cadel Evans (Aus) 0'56 10. Ivan Basso (Ita) 0'56
11. Vincenzo Nibali (Ita) 0'56
19. Marco Pinotti (Ita) 1'33

Classifica generale
1. Alexandre VINOKOUROV (Kaz/Astana) in 29.01'26 (media oraria: 42,010)
2. Cadel Evans (Aus) a 1'12
3. Vincenzo Nibali (Ita) 1'33
4. Ivan Basso (Ita) 1'51
5. Marco Pinotti (Ita) 2'17
6. Richie Porte (Aus) 2'26
7. Vladimir Karpets (Rus) 2'34
8. Stefano Garzelli (Ita) 2'47
9. Damiano Cunego (Ita) 3'08
10. Michele Scarponi (Ita) 3'09

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