Montolivo titolare ai Mondiali
Nel Paraguay Barreto in panchina

L'ultimo bergamasco in azzurro era stato Roberto Donadoni che disputò la finale dei Mondiali Usa nel 1994 (17 luglio a Los Angeles) perdendo ai calci di rigore contro il Brasile. Sedici anni dopo sarà il turno di Riccardo Montolivo che, a meno di clamorosi ribaltoni, sarà titolare nell'Italia attesa lunedì sera dal debutto nel Mondiale sudafricano contro il pericoloso Paraguay.

Montolivo, venticinquenne di Caravaggio, cresciuto nel settore giovanile atalantino e in prima squadra dal 2003/'04 al 2004/'05 (80 presenze totali in nerazzurro con 7 gol), è stato favorito dall'infortunio di Pirlo che ha spalancato al centrocampista della Fiorentina una chance ghiottissima.

Ecco perché Montolivo parla di «giorno più importante della mia carriera» pensando al duello contro il Paraguay, quando dovrà essere la «mente» della squadra azzurra accanto al più ruvido De Rossi nel centrocampo azzurro disegnato dal pragmatico Lippi.

Lo scorso anno, nella Confederation Cup, Riccardo deluse molto, ma le prestazioni con la Fiorentina l'hanno rilanciato: «Per me la Confederation Cup fu un'esperienza negativa che conservo ancora dentro di me. Dimostrerò che quel Montolivo non esiste più, esorcizzerò il Sudafrica per essere protagonista».

Montolivo stasera potrebbe scontrasi con un atalantino. Sì, perché nel Paraguay, ma si siederà in panchina, c'è Edgar Barreto, reduce da una stagione totalmente da dimenticare in nerazzurro per i numerosi infortuni che l'hanno sempre costretto ai box.

Abbiamo parlato di Donadoni (presente pure a Italia 1990), ma non di Signori, perché Beppe-gol a Usa 1994 saltò la finale in quanto non voleva giocare sulla fascia, come pretendeva Sacchi, e la sua partecipazione si esaurì nella semifinale del 13 luglio contro la Bulgaria.

Ricordiamo che l'ultimo atalantino a giocare un Mondiale con l'Italia è stato Cristiano Doni, due presenze nel Mondiale 2002 in Giappone e Corea del Sud con il Trap in panchina (64' in Italia-Ecuador 2-0 e 79' in Italia-Croazia 1-2), mentre in precedenza c'era stato soltanto l'oriundo Humberto Maschio (nel famoso Cile-Italia 2-0 di Santiago del 1962).

Non c'è invece mai stato nessun bergamasco e atalantino ad aver giocato una fase finale del Mondiale: i portieri Bepi Casari in Brasile nel 1950 e Pierluigi Pizzaballa in Inghilterra nel 1966 erano tra i convocati, ma non ebbero mai la gioia di un'utilizzazione.

Eccoci a Giacinto Facchetti da record: per il mito di Treviglio e dell'Inter tre Mondiali (1966, 1970 e 1974), come Pietro Vierchowod (1982, quando però non entrò mai, 1986 e 1990). Due bergamaschi che non indossarono mai la maglietta nerazzurra.

Concludiamo con Angelo Domenghini, bergamasco di Lallio ed ex nerazzurro, primattore ai Mondiali del 1970 in Messico, Marino Perani, bergamasco di Ponte Nossa e anche lui ex nerazzurro, mai impiegato nel 1962, e l'atalantino Emilio Caprile, un'ala sinistra genovese, convocato per i  Mondiali 1950 ma pure lui senza la gioia di un minuto nelle gambe.

Ah, ci stavamo scordando del mitico portiere Carletto Ceresoli, bergamasco di città, l'eroe di Highbury, che fu convocato per i Mondiali del 1938 in Francia (quando giocava nel Bologna) ma s'infortunò e fu dunque spettatore del trionfo azzurro. Ceresoli, da interista, aveva dovuto saltare anche i Mondiali del 1934 in Italia sempre per infortunio. Oscar della sfortuna.



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