Mondonico e la favola Marchetti
«Un grande, Buffon si preoccupi»

«Col Paraguay ho rivisto la faccia di Torino. Quando pensai che Marchetti avesse l'incoscienza del portiere vero». Dalla testa ai guantoni, dice Emiliano Mondonico, ed è come se quattro anni fossero tornati in un ronzio di vuvuzela. Ma è il ronzio del mondo.

Marchetti in porta ai Mondiali: Mondonico il cigno lo ha visto anatroccolo...
«Ho rivisto la gara di Torino, Juventus-AlbinoLeffe. Il Marchetti che è entrato col Paraguay è lo stesso che entrò coi bianconeri. Quel giorno aveva la faccia di chi niente e nessuno lo avrebbe disturbato, non la pressione, non gli avversari, non la situazione. Ai miei tempi si diceva che nel calcio c'erano due ruoli di sana follia: il portiere e l'ala sinistra. Io ero un'ala sinistra…».

Marchetti no. Però quel giorno a Torino lei si arrabbiò, col deb Marchetti...
«Mi arrabbiai perché fece un rinvio avventato sui piedi di Balzaretti che infatti segnò. Era la partita del campionato e della storia, noi il piccolo AlbinoLeffe a Torino con la Juve. Marchetti non fece una piega, aveva l'aria strafottente di chi è portiere vero e non si scusò per quell'errore. Capii allora che sarebbe arrivato. Col Paraguay ho rivisto quella faccia, quella strafottenza».

Paradossi del destino: non ci fosse stata la querelle del contratto tra Acerbis e l'AlbinoLeffe, ora Buffon avrebbe un altro vice...
«Forse, ma non fu solo la vicenda del contratto. Il preparatore dei portieri Bianchessi (l'anno dopo arrivò Tonoli, che lanciò definitivamente Marchetti, nda) stravedeva da subito per Federico, io criticavo quel suo modo di strisciare nella parata a terra. Giocava Acerbis ma Marchetti lavorò ferocemente anche sull'alimentazione e non si perse d'animo, come Sirigu a Cremona. In questo i due si somigliano».

A chi somiglia Marchetti, dei suoi portieri?
«Marchegiani è stato il migliore sulle uscite alte, Marchetti mi ricorda Rampulla e nelle uscite basse Lido Vieri. Ha lo stesso folle coraggio di Lido, arriva con la faccia dove gli altri mettono le scarpe e lo fa con una velocità impressionante».

Impressionante ora per Federico sarà la pressione: un conto è subentrare, altro partire dall'inizio.
«Figuriamoci. Ora tra i due chi deve preoccuparsi è Buffon. Marchetti non sa nemmeno cosa sia la preoccupazione».
 Si. Pe.

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