Foppa, non c'è due senza tre
Bergamo pronta per la Scavolini

Che la Coppa Italia, nella pallavolo, sia un obiettivo di primaria importanza lo dimostra la bacheca della Foppapedretti: accanto a sette scudetti e sette allori europei (tre Coppa dei Campioni più quattro Champions League), figurano soltanto cinque Coppa Italia.

Che la Coppa Italia, nella pallavolo, sia un obiettivo di primaria importanza - a differenza di quanto accade nel calcio, dove questa competizione viene abbastanza snobbata, perlomeno nei turni iniziali - lo dimostra la bacheca della Foppapedretti: accanto a sette scudetti e sette allori europei (tre Coppa dei Campioni più quattro Champions League), figurano soltanto cinque Coppa Italia. Non sono poche, ma non raggiungono per numero gli altri trofei, a dimostrazione del fatto che l'agguerritissima concorrenza ha fatto ingoiare bocconi amari alle nostre ragazze anche negli anni in cui sembravano imbattibili. Sia le fasi preliminari, sia soprattutto le finali sono sempre state onorate da tutte le squadre e lo stesso avverrà oggi e domani a Catania, dove si disputerà la final four dell'edizione numero 33.

Che l'appuntamento sia attesissimo non v'è il minimo dubbio: basti considerare che a contendersi l'ambito coppone saranno le prime quattro dell'attuale classifica del campionato: Foppapedretti, Villa Cortese, Pesaro e Busto Arsizio nell'ordine, tre lombarde e una marchigiana. Qualcuno si chiederà se era proprio il caso di farle scendere fino a Catania. In realtà la Lega Pallavolo si muove seguendo un comprensibile, doppio indirizzo politico quando si tratta di scegliere la sede neutra per una finale di Coppa Italia: privilegia la piazza che offre le condizioni più vantaggiose (logistiche, finanziarie) e nella quale si può fare al tempo stesso opera di promozione della disciplina. Così nel recente passato: Rimini, Eboli, Bologna, Prato, tanto per riferirci agli ultimi anni. Catania è una piazza oggi in leggera flessione quanto a pallavolo di vertice, ma in passato ha conquistato scudetto e Coppa sia in campo maschile sia fra le donne: la Torre Tabita, allenata dalla leggendaria professoressa Pizzo, fu la prima a conquistare la Coppa Italia nel 1978-79 e poi si laureò campione d'Italia. Azzardare un pronostico è come sperare di vincere al superenalotto. Le quattro squadre sostanzialmente si equivalgono e lo dimostrano i punti nella classifica del campionato: si va dai 43 della Foppa ai 37 della coppia Pesaro-Busto. La sola che recentemente ha patito qualche contrattempo è la Scavolini, che ha perso la fortissima schiacciatrice americana Hooker, fuggita in patria, e nelle ultime due partite ha dovuto fare a meno dell'opposta olandese Manon Flier, infortunata a un ginocchio. Al posto della Hooker è stata promossa titolare la diciannovenne Laura Saccomani, la Flier è stata rimpiazzata dalla diciottenne Giulia Pascucci. L'allenatore Tofoli confuida di riuscire a recuperare in extremis la Flier. Proprio la Scavolini, scudettata negli ultimi tre anni e vincitrice della Coppa Italia nel 2009, sarà l'avversaria della Foppapedretti nella semifinale di questo pomeriggio (ore 18, diretta su Rai Sport 1). I precedenti della stagione sono incoraggianti: le nostre si sono imposte, infatti, due volte su due in campionato, vincendo sia il match d'andata a Pesaro (al tie-break), sia quello di ritorno al Palasport (3-1). In entrambe le occasioni Francesca Piccinini è risultata la migliore in campo e questo è un riferimento di buon auspicio, tenuto conto anche del fatto che la capitana sta attraversando un eccellente momento di forma.

Tutta la quadra, tuttavia, è in buona condizione, anzi ottima. Mazzanti, come leggete a parte, sotto questo aspetto non ha problemi. I problemi glieli porranno sicuramente le avversarie: la consolidata abitudine della Scavolini a battersi in sfide da «dentro o fuori» come questa apre il ventaglio del risultato a qualsiasi possibilità. E, se si andrà in finale, lo stesso sarà domani contro qualsiasi delle due contendenti (fra Villa Cortese e Busto Arsizio) dovesse prevalere.

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