Gli avvocati sulla sentenza:
«Qui c'è aria di verdetti già scritti»

L'estrema brevità del processo davanti alla Corte di giustizia federale ha scatenato le proteste della maggior parte dei difensori. Cinque minuti per discutere di posizioni molto complesse è stato giudicato un tempo troppo limitato.

L'estrema brevità del processo davanti alla Corte di giustizia federale ha scatenato le proteste della maggior parte dei difensori. Cinque minuti per discutere di posizioni molto complesse è stato giudicato un tempo troppo limitato per spiegare le motivazioni dei ricorsi. Qualcuno si è spinto anche più in là, sostenendo che sono stati limitati i diritti delle difese. Chi ha espresso le proprie perplessità anche davanti alla Corte è stato l'avvocato di Marco Paoloni, Paolo Rodella: «Quella impugnata è una decisione priva di fondamento giuridico, è generica e senza riscontri probatori - ha premesso - e questo si riduce in una compressione intollerabile del diritto di difesa. La Disciplinare ha fatto copia-incolla dell'atto di deferimento che a sua volta ha fatto sue le dichiarazioni della procura di Cremona. Queste conclusioni superficiali sono inevitabili quando si deve fare tutto di fretta. Non è possibile celebrare questi processi con così poco tempo per presentare e motivare i ricorsi». Anche l'avvocato di Daniele Quadrini ha sottolineato la brevità del procedimento: «Sicuramente, per la fretta del processo, le posizioni vengono compresse e si commettono delle ingiustizie».

Alla fine della giornata gli avvocati, nella hall del Parco dei Principi, hanno espresso giudizi ancora più taglienti: da chi descriveva il processo come una «farsa» a chi si dava già appuntamento all'Alta corte di giustizia del Coni o al Tar del Lazio. Tra i difensori, insomma, dopo le cinque ore di dibattimento (dalle 11 alle 17, con una pausa di un'ora) a farla da padrone è stato il pessimismo. «C'è aria di sentenze già scritte», hanno detto in molti. La sensazione è che verranno modificate di poco, rispetto al primo grado. Forse le società riusciranno a ottenere qualche punto in meno di penalizzazione, ma sui tesserati sembra che l'orientamento della Corte sia di confermare quanto deciso la Disciplinare. Il quadro disegnato dalla commissione nelle motivazioni era comunque poco edificante.

I giudici di primo grado avevano censurato i comportamenti dei tesserati come di «intrinseca gravità» e sottolineato che le condotte emerse erano «contrarie ai principi base dello sport ai quali l'ordinamento sportivo non può abdicare, pena la sua irrimediabile caduta di credibilità e persino la sua stessa sopravvivenza». Oggi sapremo la decisione della Corte, ricordando che quella di secondo grado non è comunque una sentenza definitiva. Il pool di difensori dell'Atalanta e l'avvocato Pino stanno già affilando le armi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA