Pinotti, il ciclista ecologista:
sto attento a buttare le borracce

Marco Pinotti, il ciclista professionista di Osio Sotto, specialista delle cronometro, è un corridore «ecologico», come ha raccontato recentemente in un'intervista: «Non butto mai una borraccia in un punto in cui non ci sia qualche tifoso a raccoglierla».

Marco Pinotti, il ciclista professionista di Osio Sotto, specialista delle cronometro, è un corridore «ecologico», come ha raccontato recentemente in un'intervista al settimanale «Sette» del Corriere della Sera, edizione green: «Non butto mai una borraccia in un punto in cui non ci sia qualche tifoso a raccoglierla».

Pinotti, laureato in ingegneria gestionale, ammette che il ciclismo lascia una grossa impronta sull'ambiente. In una tappa di 200 km, che si corre con un gran caldo, lungo la strada volano circa 1.500 borracce e più della metà resta sulla strada.

«Fino allo scorso anno - racconta Pinotti - usavo una borraccia per i liquidi e una per buttarci le carte e gli involucri degli integratori e dei panini. Quest'anno abbiamo un tipo di borraccia differente, che non si riesce ad aprire. Per cui la prima volta mi sono presentato all'ammiraglia e ho svuotato le tasche sul sedile posteriore. Mi hanno guardato male, poi si sono messi a ridere».

«I ciclisti sulle strade sono un po' arroganti e presuntuosi - confessa il cronomen -, però chi va in bicicletta va ringraziato, perché non usa la macchina e fa del bene all'ambiente. Detto questo, bisogna superare un po' di pigrizia e di preconcetti e fidarsi della bici. È anche una questione di moda o di convincimento generale: più gente usa la bicicletta, più gente avrà voglia di usarla».

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