La frase che condanna Doni
in realtà parla di Gervasoni

L'avvocato di Doni, Salvatore Pino, a quanto pare ne ha scoperta un'altra: la famosa frase-chiave per la condanna di Doni («Sono sicuro del suo coinvolgimento nella partita Atalanta-Piacenza») esiste, ma in realtà parla di Gervasoni.

L'avvocato di Doni, Salvatore Pino, a quanto pare ne ha scoperta un'altra: la famosa frase-chiave per la condanna di Doni («Sono sicuro del suo coinvolgimento nella partita Atalanta-Piacenza») contenuta nelle motivazioni alla sentenza di 2° grado della quale non si trovava la fonte, in realtà esiste.

Ma non è riferita a Cristiano Doni, ma a Carlo Gervasoni. E non l'ha pronunciata Paolini (è un refuso, si tratta di Paoloni, l'ex portiere di Cremonese e Benevento) l'11 giugno (come scritto nella motivazioni), ma Marco Pirani il 7 giugno. Sì, non è Paoloni che parla di Doni. È Pirani che parla di Gervasoni. E i verbali allegati lo confermano.

È questo uno dei passaggi più significativi contenuti nelle memorie difensive depositate martedì 8 novembre al Tnas (Tribunale nazionale di arbitrato per lo sport) per chiedere il proscioglimento di Cristiano Doni (tre anni e mezzo di squalifica) e dell'Atalanta (sei punti di penalizzazione).

Gli avvocati hanno presentato 104 pagine di testi (37 il legale di Doni, 67 quelli dell'Atalanta), più tutta una serie di documenti allegati (7 la difesa di Doni, 10 quella dell'Atalanta. Oltre a una serie di verbali delle audizioni fatte dalla Procura federale della Figc, ci sono anche alcuni verbali degli interrogatori fatti dal procuratore di Cremona, Roberto di Martino (giustizia ordinaria) e un documento davvero particolare: l'analisi di Atalanta-Piacenza 3-0 fatta dalla K-sport.

Si tratta di una società specializzata nella rilevazione delle distanze percorse dai calciatori durante una partita (quanti chilometri percorre ogni giocatore, a quale velocità, quanto dura ogni scatto, quanto frequenti e lunghe sono le sue pause), che vengono suddivise a seconda della loro intensità. Il documento vuol dimostrare che Doni in Atalanta-Piacenza 3-0 ha disputato una gara nettamente al di sopra della media.

Ma torniamo alle memorie. L'impressione è che si tratti di un lavoro fatto in sinergia. O, quantomeno, che ci sia una parte comune, con la quale si punta al proscioglimento del giocatore, più una parte aggiuntiva - proposta dai legali dell'Atalanta - con la quale la società si occupa di motivi di legittimità. Cioè l'Atalanta sostiene: ci sono vizi evidenti nelle motivazioni di secondo grado.

La parte più o meno comune è soprattutto di competenza del legale di Doni, l'avvocato Salvatore Pino, che nella sua memoria si occupa esclusivamente del giocatore. La memoria prima illustra la partecipazione di Doni ad Atalanta-Piacenza, poi prova a smontare tutte le «anomalie» (eufemismo) proposte nelle motivazioni.

Dalla frase-chiave che non c'è (di cui s'è detto in apertura: è Pirani che parla di Gervasoni il 7 giugno, ma nelle motivazioni c'è scritto che è Paoloni che parla di Doni l'11 giugno) alle sue amicizie. La società, invece, nella sua memoria prima precisa di affidarsi completamente al testo dell'avvocato Pino per confermare la sua fiducia in Cristiano Doni e poi contesta la legittimità tecnica della sentenza.

In pratica l'Atalanta sostiene due grandi ragioni. Primo: il punto di responsabilità presunta va tolto perché nelle motivazioni di 2° grado non si fa cenno alla responsabilità presunta. E per una giurisprudenza ormai consolidata una sentenza non motivata (quindi il punto di presunta) va annullata.

Secondo: un aggravamento della responsabilità oggettiva derivante dalla posizione di Doni sarebbe possibile solo per la presenza di nuovi elementi. Ma quelli che le motivazioni della sentenza di 2° grado indicano come nuovi elementi in realtà sono palesemente inventati (la frase chiave di cui sopra; la presunta conoscenza di Doni con Parlato, Erodiani, Pirani, Bellavista, Paoloni), quindi di fatto non esistono.

La memoria conclude quindi: posto che stiamo con Pino nel chiedere l'assoluzione di Doni, per quanto di nostra competenza toglieteci i due punti che in primo grado erano legati ad Ascoli-Atalanta e Manfredini. E toglieteci anche il punto di presunta.

Pietro Serina

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