Tennis tavolo: il sogno di Gianluca
Mondiale conquistato in tre anni

Gianluca va ai Mondiali. Con al collo l'argento degli Italiani Paralimpici a Lignano e gli occhi spalancati al ristorante. «I miei genitori mi portano a cena e tirano fuori la lettera della Federazione. Convocato, io. Ed è cominciato tutto per caso».

Non con un clic, ma con un timbro su una lettera: Gianluca va ai Mondiali. Con al collo l'argento degli Italiani Paralimpici a Lignano e gli occhi spalancati al ristorante. «I miei genitori mi portano a cena, fanno spegnere le luci e tirano fuori dalla borsa la lettera della Federazione. Convocato, io. Eppure è cominciato tutto per caso».

Stavolta la chiamata per i Mondiali studenteschi di Tennistavolo a Cagliari, dal 31 marzo al 6 aprile, non è arrivata con un dritto dalla rete. Come tre anni fa. Gianluca vuole giocare a ping pong sul serio, lo folgora il mouse: va su Google, digita «tennistavolo», scopre il sito dell'Olimpia, ci smanetta un po' e decide di prendere la pallina al volo.

Con la racchetta in mano e in testa l'idea di schiacciare i timori, la timidezza, la disabilità. Quella di Gianluca Del Frate, 16 anni, è una disabilità alle gambe classe 7, regalo del vaccino antipolio «all'età di tre mesi e da allora è una lotta continua per il riconoscimento», dice papà Bruno. «Il vaccino ha compromesso quasi per intero la funzionalità della gamba destra, del 20% la gamba sinistra e per questo Gianluca ha un tutore fino al ginocchio».

Bel tipo, Gianluca, dicono all'Olimpia. Un bimbetto con un sogno, ricorda il papà. «Arrivare in fretta al tavolo da ping-pong e cominciare a giocare. Una fissa. Forse gliela ho trasmessa io, dai e dai sul tavolo di casa. Mi difendo ancora, ma Gianluca è un ragazzo che non sta mai fermo. Ha provato anche col basket ma era troppo pericoloso. Cercava un'occasione e ha scoperto l'Olimpia. Avesse la stessa passione per la scuola… Eppure il cittì della Nazionale glielo ha detto: Gianluca, prima c'è la scuola».

L'Itis a Dalmine e Gianluca sorride storto. Il diritto, dice, gli viene meglio. «La schiacciata è il colpo della casa», dice con aria guascona, evoluzione del ragazzino timido coi capelli corti che bussò alla porta della palestra e dentro trovò l'Olimpia e suoi maestri. «Eugenio Burini, il primo, ora Paolo Bonazzi. Paolo mi dice: Gianluca, la testa. Ha ragione. Se sto perdendo tendo a deconcentrarmi».

Ma Gianluca detto Gian è un aereo al decollo. Il secondo posto agli Italiani Paralimpici di Lignano nella categoria giovani è l'ultimo rombo di un motore a pieni giri. «Gianluca è un attaccante nato, ha grande sensibilità. Due anni fa ha vinto i Provinciali Allievi, ci ha stupito e abbiamo cominciato ad alzargli l'asticella in gare nazionali, anche quelle open. Il risultato è stato un boom impensabile: gioca con noi in D2, è il più giovane in Nazionale, il primo azzurro dell'Olimpia e un'occasione di crescita anche per la società», sorride orgoglioso Paolo Bonazzi.

Che ha un'idea. «Aprire una sezione di tennistavolo per ragazzi disabili, qui all'Olimpia. Gianluca è un precursore, la stella cometa: è la dimostrazione per tanti ragazzi disabili che lo sport funziona, che volendo molto si può fare. Che farà Gianluca ai Mondiali? Si goda l'occasione, il tennistavolo può essere un'avventura umana meravigliosa».

Magari un'avventura con un metallo che brilla. Ma Gianluca, già convocato per l'Open Paralimpico di Nantes a giugno, palleggia cauto coi sogni. «Sono il più giovane ma non una mascotte. L'obiettivo è passare le qualificazioni e arrivare agli scontri diretti. Sarebbe un bel modo per ringraziare la mia famiglia e l'Olimpia». Ci sarebbe anche un modo per far tintinnare la felicità, magari barattandola con un pezzo di cuore. «Tifo Milan, ma se devo dirla tutta per una medaglia ai Mondiali rinuncerei a vedere Ibra vincere la Champions. Tanto quella mica la vinco io, o no?».

Simone Pesce

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