Masiello ai domiciliari a Bergamo
dopo il 3° interrogatorio in 24 ore

È terminato intorno alle 14,40 di giovedì 5 aprile, dopo circa due ore, l'interrogatorio in carcere di Andrea Masiello, ex difensore del Bari. Il calciatore ha risposto a tutte le domande del pm Ciro Angelillis che ha secretato il verbale. Concessi i domiciliari a Bergamo al giocatore.

È terminato intorno alle 14,40 di giovedì 5 aprile, dopo circa due ore, l'interrogatorio in carcere di Andrea Masiello, ex difensore del Bari. Il calciatore ha risposto a tutte le domande del pm Ciro Angelillis che ha secretato il verbale.

Il gip del tribunale di Bari, Giovanni Abbattista, ha concesso gli arresti domiciliari al calciatore atalantino. La località degli arresti domiciliari è Bergamo. Il giudice ha così accolto il parere favorevole della procura per i «domiciliari» in relazione - a quanto si apprende - al comportamento collaborativo dimostrato da Masiello nel corso dei tre interrogatori compiuti in 24 ore.

Il pm Angelillis era giunto poco prima delle 12.30 assieme a due ufficiali dei carabinieri nel carcere del capoluogo pugliese per interrogare Masiello. È stato il terzo interrogatorio in circa 24 ore (mercoledì 4 era stato sotto torchio per 5 ore) ed è l'ennesima conferma che l'ex bandiera del Bari, assistito giovedì da Matias Manco, sta collaborando con gli inquirenti.

Andrea Masiello dunque ha vuotato il sacco. Mercoledì ha parlato per cinque ore con i magistrati facendo ammissioni, ma precisando anche di non essere mai stato il capo carismatico di una banda che si occupava di truccare le partite di serie A.

Le frodi sportive invece le ha ammesse quasi tutte, a partire dal derby Bari-Lecce per il quale avrebbe riconosciuto in foto l'emissario salentino che avrebbe consegnato a lui e ai suoi complici, Gianni Carella e Fabio Giacobbe, 230mila euro in contanti per truccare la partita. Inoltre, avrebbe inguaiato alcuni calciatori, compresi i suoi ex compagni di squadra del Bari.

La secretazione delle parole di Masiello non può riguardare per legge l'interrogatorio di garanzia del gip Abbattista di mercoledì mattina sul quale sono trapelati infatti alcuni particolari. Al giudice, Masiello avrebbe ribadito il contenuto della confessione fatta ai pm baresi con la lettera inviata il 28 marzo scorso, nel disperato tentativo di evitare il carcere.

Nella missiva l'ex difensore biancorosso ammette di aver fatto volontariamente l'autogol di Bari-Lecce in cambio di danaro e di aver truccato Cesena-Bari per 20 mila euro. Avrebbe aggiunto qualche particolare anche sulle altre quattro partite truccate che l'accusa gli contesta, coinvolgendo alcuni calciatori: Palermo-Bari, Bari-Genoa, Bologna-Bari e Udinese-Bari.

Davanti al giudice Masiello non ha fatto riconoscimenti fotografici, anche perché nessuno glielo ha chiesto. Ma sulle foto si è soffermato a lungo nel successivo interrogatorio davanti a Laudati e Angelillis. Secondo fonti non ufficiali, Masiello avrebbe riconosciuto in foto l'emissario salentino che prima del derby del 15 maggio 2011 gli ha promesso 300mila euro per far guadagnare ai giallorossi la permanenza in A, e che il 22 agosto ha consegnato alla banda Masiello 230 mila euro durante un incontro avvenuto a Lecce. La somma - secondo il calciatore - fu così suddivisa: 50mila euro andarono a lui e 90mila euro a testa a Carella e Giacobbe.

«A me quell'autogol sembrò naturale - si difende l'ex patron del Lecce, Giovanni Semeraro - ma se Masiello insiste non ho motivi per non credergli. Però sia chiaro che io soldi non ne ho dati, né a lui, né ad altri».

© RIPRODUZIONE RISERVATA