Venerdì 04 Maggio 2012
Colantuono e il sogno di 3 atalantini
«Così abbiamo incontrato il mister»

Papà e i due bambini giungono a Zingonia verso le 13.40: «Come prevedibile non c'era nessuno - continua la lettera -. Facciamo un giretto nello store, nei vari vialetti e poi sotto la tettoia della tribunetta che dà sul campo d'allenamento. Faccio capire ai miei figli che ormai tutti se ne sono andati quando vedo dal cancello uscire tre macchine: incurante della pioggia corro verso l'entrata e riconosco Marino e Colantuono. I miei figli intanto mi raggiungono (li avevo abbandonati sulle gradinate): chiamo il mister che ormai ha imboccato la statale e sorridendo a Lorenzo e Simone dico: "Dai, è andata bene, abbiamo visto Colantuono».
Felici e bagnati i tre atalantini salgono in macchina per raggiungere il resto della famiglia, ignari di cosa succederà il giorno dopo. «Leggendo L'Eco di Bergamo, prima impallidisco e poi arrossisco - continua la lettera del signor Bernardo -. Leggo e rileggo l'appello di Colantuono che parla di un signore e due bimbi visti all'uscita del centro di Zingonia. Leggo e rileggo e mi convinco che sì, sono io quel signore con i bambini».
I tre decidono così di tornare a Zingonia, a 40 km di distanza, «nonostante non sia molto convinto di quello che stia facendo». «Alle 14.10 siamo fuori dai cancelli , vedo un addetto alla sicurazza e racconto il tutto. Mi scruta con aria sospetta, mi dice di aspettare e prende in mano al telefono - racconta ancora nella lettera -. Passano 10 minuti e nessuno mi dice niente e io comincio a preparere i bambini avvisandoli che probabilmente avremmo visto i giocatori dalle tribune». Poi la notizia: «Venite pure - dice l'addetto -, il mister ha detto di farvi entrare». I tre iniziano così a vedere i dievrsi calciatori: «Alle 15.05 il primo a passare è Raimondi, poi è un via via di tutti gli altri fino a che arriva Colantuono - racconta Bernardo Oberti -. Il mister mi stringe la mano, si scusa perchè non si era fermato il giorno prima e facciamo qualche foto insieme, invitandomi a seguire l'allenamento da bordo campo».
Anche con la pioggia i tre si godono lo spettacolo: «Dopo 50 minuti i giocatori rientrano negli spogliatoi, il mister ci risaluta e aiutiamo i magazzinieri a sistemare i palloni. Poi usciamo dai cancelli osservati con sospetto da tutti gli altri tifosi presenti». Poi i tre salgono in macchina e si avviano verso casa: «Dopo 2 km il mio figlio più grande mi dice: “Papi , oggi è il giorno più bello del mondo" - si conclude così la lettera -. E come dargli torto. Grazie mille mister! Da un papa e due bambini sempre più atalantini».
fa.tinaglia
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