Valentino Rossi dà la birra
anche a Stefano Gattuso

Alla fine, l'allievo ha raccolto più del maestro. Inteso come allievo un ragazzino di 33 anni e nove titoli mondiali e come maestro un habitué dei circuiti di tutto il mondo, ma in questo caso stiamo parlando di quattro ruote. I protagonisti sono Stefano Gattuso e Valentino Rossi.

Alla fine, l'allievo ha raccolto più del maestro. Inteso come allievo un ragazzino di 33 anni e nove titoli mondiali e come maestro un habitué dei circuiti di tutto il mondo, ma in questo caso stiamo parlando di quattro ruote. I protagonisti sono Valentino Rossi e Stefano Gattuso.

Il primo, Rossi, avrebbe tanto da insegnare sul tema delle due ruote, mentre quando si sposta su una Ferrari, per quanto talentuoso, ha ancora da apprendere qualche segreto dal secondo, Gattuso, pilota di rodata esperienza internazionale.

Eppure, al Nurburgring, Vale è riuscito a battere Gattuso, prendendosi la rivincita di quanto accaduto cinque mesi prima a Monza. Almeno per quanto riguarda le classifiche, perché, in effetti, nessuno è andato più forte del pilota di Sarnico: «I più veloci siamo stati noi: in questo, Valentino non ci ha superato», sorride il diretto interessato, con quel pizzico di amarezza relativa all'andamento della gara tedesca, penultimo appuntamento del Blancpain Endurance Series.

Vero, perché il trio Ferrari Gattuso-Rigon-Zampieri ha ottenuto i tempi migliori, ma è stato sbalzato fuori dalle graduatorie che contano alla prima curva, quando un contatto con un'Audi è costato a Rigon la rottura del braccetto della ruota anteriore sinistra, causando la perdita del primato provvisorio e, soprattutto, di sei giri.

Da lì, sarebbe partita una rimonta inutile, che avrebbe portato Gattuso - autore del secondo stint - e Zampieri a superare un po' tutti, recuperando però solo un giro e chiudendo lontani dal vertice. Meglio Rossi, in fondo, con la Ferrari 458 Italia gemella messa a disposizione dal Team Kessel portata al nono posto nella categoria Pro-Am, che vale anche due punti. «Ma Vale avrebbe meritato di più - spiega Gattuso -: durante la sua parte guidata, era nella top ten assoluta, in questo caso ad andare più piano sono stati i suoi compagni», ovvero l'inseparabile Uccio e il pro Ceccato.

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