Ardemagni, la fine di un incubo
E l'Atalanta lo sta monitorando

Tre sofferenti stagioni di astinenza, o giù di lì, come bomber ma il comprensibile incubo sembra essere stato messo, di colpo, alle spalle. È l'odissea di Matteo Ardemagni, venticinquenne attaccante in forza al Modena ma in comproprietà dell'Atalanta.

Da domenica la giovane punta guarda con orgoglio dall'alto in basso la speciale classifica dei cannonieri della serie cadetta, al pari del veronese Cacia. Sette i 7 gol totalizzati nelle 8 gare sin qui disputate in aggiunta ai 2 di Coppa Italia.

Una gran bella rivincita, non c'è che dire, alla faccia di coloro che a Bergamo lo avevano già relegato a recitare ruoli tutt'al più secondari. Pesanti, del resto, le critiche indirizzate a coloro che ne avevano caldeggiato il suo acquisto dal Cittadella, l'estate 2010, investendo un bel po' di capitale.

A scatenare l'indice contro gli operatori di mercato erano state le prime incolori prestazioni in nerazzurro del giovanottone milanese, complice anche un fastidioso infortunio. Ritenuto immeritevole della classica prova d'appello, nel mercato di gennaio fu dato in prestito al Padova dove nel club biancoscudato giostrò senza infamia e senza lode (19 presenze, 3 gol).

Rientrato a Zingonia a giugno per fine prestito, fu girato al Modena nello scorso campionato. In terra emiliana, qualcosa in più è riuscito a fare siglando 5 reti in 20 partite. A seguire l'esplosione. Gli sono state sufficienti, come già ricordato, 8 partite per rinverdire le sue indubbie potenzialità in zona gol.

A gioire per il prepotente reinserimento di Ardemagni tra i bomber che si rispettano è sicuramente il club nerazzurro visto che il giocatore è pur sempre in comproprietà. Magari un giorno tornerà a Bergamo.
Arturo Zambaldo