Bonetti finalmente a casa
«Un'odissea, ma guarirò»

L'attesa di parenti e amici è stata lunga, ma finalmente Stefano Bonetti è rientrato in Italia. Lo sfortunato pilota bergamasco, vittima due settimane fa di un incidente nelle prove libere del Gran Premio di Macao, è sbarcato martedì a Malpensa.

L'attesa di parenti e amici è stata lunga, ma finalmente Stefano Bonetti è rientrato in Italia. Lo sfortunato pilota bergamasco, vittima due settimane fa di un incidente nelle prove libere del Gran Premio di Macao, è sbarcato martedì a Malpensa e ora si trova in un Centro di riabilitazione di Sarnico.

Nell'ex colonia portoghese il 35enne di Castro era stato invitato dagli organizzatori della gara motociclistica, piacevolmente colpiti dai suoi ultimi risultati: 5° nella Superstock alla North West 200 e 3° nella classifica dei privati al Tourist Trophy, dove è diventato il primo italiano a compiere un giro del Mountain a 200 km/h di media. Al quarto giro delle prove libere la rottura del freno anteriore ha trasformato il sogno in incubo.

Per curare le fratture al malleolo mediale sinistro, alla diafisi femorale sinistra, all'osso tarsale e alla vertebra L2, la lussazione dell'articolazione tarso-metatarsale destra, e il pneumotorace destro con fratture alle costole quinta e sesta, Bonetti è stato sottoposto a 19 ore di operazione.

Un intervento complesso, ma realizzato perfettamente: «Ho già fatto vedere le lastre a tre dottori italiani, incluso il primario dell'ospedale di Bergamo e il chirurgo che mi aveva operato una ventina di anni fa e sono tutti soddisfatti, sia per il lavoro eseguito che per la qualità dei materiali utilizzati».

Essendo filato liscio il decorso postoperatorio, Bonetti aveva strappato l'autorizzazione a rientrare già mercoledì scorso. Le autorità locali dovevano però organizzare il tutto e così la partenza è stata rinviata a lunedì. Ma più che un viaggio è stata un'odissea: «Dall'ospedale fino alla salita sul traghetto è stato un inferno perché l'ambulanza era un rottame. In più, sul pontile è arrivata un'onda anomala e ancora un po' finivo in acqua con la barella. Sbarcato dal traghetto sono stato abbandonato per due ore, da solo, in strada o quasi, in attesa di salire sull'aereo». 

Una marea umana ha contribuito comunque a risollevarne l'umore: «Ho ricevuto sms, mail e messaggi su Facebook. Non mi aspettavo tanto affetto, mi ha fatto molto piacere. La strada per guarire, specie la rotula per la quale dovrò aspettare parecchio prima di iniziare la riabilitazione, è lunga, ma sapere di avere a fianco tante persone mi aiuta».

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