Un altro abbraccio per il «Moro»
Bergamo lo ricorda a Monterosso

L'abbraccio di bergamo e dei bergamaschi nella Messa che è stata celebrata domenica mattina per Piermario Morosini, morto un anno fa sul campo da calcio che lui tanto amava. Tantissime le persone che lo hanno ricordato nella parrocchiale di Monterosso.

L'abbraccio di bergamo e dei bergamaschi nella Messa che è stata celebrata domenica mattina per Piermario Morosini, morto un anno fa sul campo da calcio che lui tanto amava. Tantissime le persone che lo hanno ricordato nella parrocchiale di Monterosso: tanti amici e conoscenti, ma soprattutto quei ragazzi della Polisportiva per i quali Moro era un modello.

Proprio come ha ricordato il parroco don Remo Luiselli con parole tanto semplici quanto toccanti: «Mi sembra ancora di vederlo nell'arena del nostro oratorio quando palleggiava e i ragazzi cercavano di imitarlo. Oggi il nostro cuore lacrima e sanguina, ma il suo ricordo resterà sempre vivo perché è stato grande».

Sull'inferiata lo striscione che campeggiava già sabato sera in Curva Pisani («Ciao Moro»), lo zio Abramo il primo ad arrivare, ad abbracciare e a fare forza anche chi magari non ha la stessa tempra né sua né dell'adorato nipote poi loro, tutti quegli amici fraterni del quartiere stretti ancora una volta attorno alla «sua Annina».

Piermario, del resto, era il classico bravo ragazzo, che alle vacanze a cinque stelle preferiva un pomeriggio all'oratorio senza far pesare la sua celebrità. Un talento in tutto e per tutto di serie A e non solo con la sfera tra i piedi. Ed è proprio in quella serie A, ad Udine, che ha conosciuto Bernardo Corradi che non ha voluto mancare alla Messa insieme alla compagna Elena Santarelli, così come Fausto Rossini: «Mario è stato un esempio – ha detto il calciatore – e se io non avessi saputo da conoscenze comuni dei suoi drammi mai me li sarei immaginati, tanta era la sua forza e la sua capacità di trasmettere entusiasmo a chi gli stava intorno».

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