«Farei pure l'Hummer»
Parola di Stefano Percassi

«Le maglie della squadra, ma anche i gagliardetti, le bandiere, le sciarpe. Siamo partiti da qui per creare un mondo all'insegna dell'Atalanta». Stefano Percassi inizia così a raccontare l'avventura commerciale che gravita attorno alla squadra.

«Le maglie della squadra, ma anche i gagliardetti, le bandiere, le sciarpe. Siamo partiti da qui per creare un mondo all'insegna dell'Atalanta, che sappia emozionare e che crei quel legame solido e duraturo con i tifosi». Stefano Percassi inizia così a raccontare l'avventura commerciale che gravita attorno alla squadra. Poi però si corregge e precisa: «L'emozione c'è già: Bergamo è l'Atalanta, da sempre. Noi stiamo solo rispondendo a un legame che esiste, a prescindere». Da tre anni, l'amministratore delegato di Atalanta Service segue tutta la parte di merchandising: con uno staff selezionato decide la tipologia di prodotto, lo seleziona, crea nuove linee e dà l'imput per l'iter produttivo e commerciale. Senza sbavature, molto composto mentre racconta di progetti futuri e grandi ambizioni, si lascia andare solo quando parla dei bambini, «quelli che vedo allo stadio, che vengono con la scuola a scoprire i segreti della squadra del cuore. Da lì capisci che l'Atalanta ci appartiene, è imprescindibile dalla nostra città».
La maglietta regalata a tutti i nati è stato un bel colpo in questo senso...
«Il progetto dei nuovi nati è venuto dal cuore, in questo caso il business non c'entra nulla. Mio padre lo ha fatto dettato dall'emozione. Poi è anche vero che il mondo del bambino è una fetta commerciale importante: la forte presenza di Benetton a Bergamo lo ha dimostrato».
Firmato Atalanta ormai c'è di tutto, dal guinzaglio per il cane al grembiule da cucina. Mi racconti il fischio d'inizio.
«Il merchandising era una lacuna fino a tre anni fa. L'ispirazione è arrivata dalla richiesta che c'era da parte dell'utenza: mancavano solo i prodotti».
E lei si è organizzato.
«Ho creato la squadra. Mi sono ispirato al Ferrari Store di nostra proprietà a Milano e mi sono affidato a un team con esperienza. Il primo banco di prova è stato il temporary che a Rovetta seguiva il ritiro della squadra. Avevamo pochi gadget, per lo più maglie, bandiere e gagliardetti. Abbiamo lavorato partendo da qui e ora tutto quanto è in vendita, è ufficiale».
In lotta con la contraffazione?
«Non è ai livelli di altre squadre di Serie A, ma abbiamo fatto ordine e seguito tutta la procedura anticontraffazione, nel rispetto dei licenziatari e soprattutto dei tifosi».
Da Rovetta a Zingonia il passo è stato breve?
«Si, e dopo Zingonia e arrivato Orio. Siamo coscienti che Zingonia non sia il massimo per l'utenza: segue gli orari della squadra e non del cliente, e quindi abbiamo pensato a Oriocenter e all'e-commerce, imprescindibile per lo sviluppo del merchandising».
Manca solo un Nagatomo all'Atalanta...
«Sarebbe un bel colpo per il merchandising on line, ma l'Atalanta è made in Bergamo il più possibile».
Lo ammetta, si diverte tra tutti questi prodotti... Li sceglie e testa tutti lei?
«A me arrivano le proposte, con lo staff decidiamo cosa produrre e cerchiamo licenziatari che abbiamo una distribuzione capillare sul territorio, sempre però privilegiando produttori bergamaschi».
E la lista orobica è lunga..
«Italiandipity per il beachwear, Lazzarini per il cibo, poi c'è il caffè Poli, le padelle Agnelli, la birra Anesa, i caschi Airoh, i braccialetti della Eidp Group e altri ancora».
Il più venduto? Il più curioso?
«C'è da sbizzarrirsi. Partiamo dal semplice portachiavi e si arriva alla cucina, realizzata da "Al Portico Arredamenti". In due anni abbiamo oltre mille prodotti con più di 400 referenze di prodotto. Il più venduto? L'orsetto nerazzurro ma anche il body da neonato con la scritta "ABC 1907", le infradito e i bicchieri. Discorso a parte il tema "food": tra le uova di Pasqua e i panettoni è stato un successo - ne abbiamo venduto 3 mila in una settimana -, per non parlare delle patatine a forma di calciatore...».
Tra le novità?
«I costumi e la linea animali, tra cappottini e collari. Sta funzionando molto bene la collezione casa: qui passiamo dal piatto alle lenzuola».
Praticamente con l'Atalanta si può arredare casa...
«Questo settore mi piace molto e c'è ancora molto da fare. La risposta che stiamo avendo è incredibile, considerando i tempi economici: ora il settore è da esplorare a 360 gradi, per un casa superaccessoriata e che risponda a tutti i target».
Dal portacandele al tappeto?
«Perchè no, ma anche la cornice, l'idea regalo, di tutte le cifre e per tutte le tasche».
Se fossimo disposti a spendere una cifra consistente lei cosa consiglia?
«Che ne dice dell'Hummer elettrica a due posti? Ci stiamo pensando per un concorso... E poi c'è un artigiano che ha realizzato delle lampade con il frontalino della Cinquecento e i colori nerazzurri. Ormai non mi sorprende più nulla».
Di tutto di più, alla fine cosa si vende?
«Sicuramente il prodotto che unisce l'utile al dilettevole. Un esempio è la linea di cartoleria della Pigna. Qui ancora una volta entrano in gioco i bambini, e non dimentichiamolo: l'Atalanta gioca a calcio ma anche una funzione sociale e deve essere un veicolo di valori».
E di emozioni...
«L'emozione è nel dna di questo progetto. La passione per l'Atalanta non muore mai per i suoi tifosi, noi dobbiamo sostenerla con il prodotto. E dobbiamo saper incuriosire».
Anche con un frigorifero?
«Soprattutto con un frigorifero. E poi il titolare della Elettrodomestici Bergamo è un super tifoso e si è proposto con entusiasmo: impossibile non accettare».
Dovrà pensare a negozi più grandi tra l'Hummer e la cucina...
«Infatti...».
Si sbottoni un po'...
«Non c'è solo il divertimento, ma anche l'investimento ed entro i prossimi tre anni un progetto di sviluppo con un negozio in centro a Bergamo che sarà un concept store da 700 metri quadrati: uno spazio dove vendere prodotti, ma anche i biglietti e dove organizzare iniziative con la squadra. Ripenseremo nella stessa ottica anche Orio, mentre a Rovetta si conferma il temporary estivo, senza dimenticare quello in piazza della Libertà».
Poi c'è il tanto agognato stadio nuovo...
«E qui i discorsi sono lunghi. Firmato Atalanta farei di tutto, non solo lo store, ma anche le camere d'albergo...».
E tra i prodotti in fase di studio?
«Non dovrei dirglielo... Sicuramente una linea di orologi più giovane e dinamica, sempre con la bergamasca Arando, colorata e in plastica. Poi lo spazzolino elettrico e sto ripensando a una linea di sneakers modaiole».
Certo che il pezzo più glamour sono gli occhiali da sole con Italia Independent...
«Con Lapo siamo amici e con Andrea Tessitore, suo socio, si è creato un ottimo feeling. In più la collezione è stata collegata al match Atalanta-Juventus. Meglio di cosi...».
Attendiamo altre idee d'effetto. La linea animali è decisamente originale...
«Gliel'ho detto: non mi sorprende più nulla».

Fabiana Tinaglia

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