Colantuono: «Col Chievo sarà dura
Presto per dire che è tutto a posto»

«Ho ritrovato l'Atalanta che piace a me, ma aspettiamo a dire che il peggio è passato. Non basta una partita per dire che è tutto a posto, molti giocatori sono in crescita, però vediamo cosa succede contro il Chievo».

«Ho ritrovato l'Atalanta che piace a me, ma aspettiamo a dire che il peggio è passato. Non basta una partita per dire che è tutto a posto, molti giocatori sono in crescita, però vediamo cosa succede contro il Chievo».

Stefano Colantuono non si illude: per dichiarare chiusa la crisi di inizio stagione occorre ripetere anche a Verona la bella prestazione sfoderata contro l'Udinese. Sabato, nell'anticipo contro la squadra veneta, il tecnico nerazzurro schiererà la stessa formazione che ha battuto i friulani. L'unica novità riguarderà il sostituto di Del Grosso (ko per la febbre) nel ruolo di terzino sinistro: in ballottaggio Scaloni (con Bellini dirottato a sinistra) e Brivio.

Il modulo invece sarà ancora il 4-4-1-1. «Non ha senso cambiare, in questo momento serve continuità. Più equilibrati con questo sistema tattico? Ve lo saprò dire domani....», sorride l'allenatore, che contro l'Udinese ha conquistato la vittoria n.84 sulla panchina atalantina, una più di Mondonico.

L'occasione è buona per lanciare un messaggio a chi ha detto che contro l'Udinese l'Atalanta ha finalmente giocato bene. Colantuono si stupisce di chi si stupisce. «È un record che mi fa piacere - sottolinea - e che dimostra una cosa: l'Atalanta quando vuole sa giocare molto bene a calcio, non siamo solo corsa e organizzazione. Perché una cosa è certa, queste 84 vittorie non me le hanno regalate. Non mi atteggio a grande stratega del calcio mondiale, però il mio lavoro credo di saperlo fare piuttosto bene».

Contro il Chievo, però, ci sarà poco spazio per lo spettacolo. «Una partita durissima - sbuffa Colantuono -. Il Chievo è la squadra che non avrei mai voluto incontrare in questo momento. È una squadra ferita e ha un allenatore molto preparato, in più in casa loro non abbiamo mai vinto in passato. Ma è un tabù che vogliamo sfatare».

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