«Ciao Candido, grande Direttore»
Il ricordo di Ildo Serantoni

«Nel mio lungo itinerario professionale ho cambiato diversi giornali. E, di conseguenza, ho avuto diversi direttori. Ma "Il Direttore", con l'articolo determinativo e l'iniziale rigorosamente maiuscola, è stato Candido Cannavò».
Così comincia la testimonianza di Ildo Serantoni, a lungo «capo» dello Sport a «L'Eco di Bergamo», dove arrivò proprio dopo aver lavorato alla Gazzetta dello Sport insieme a Candido Cannavò. Ecco un breve stralcio del lungo articolo dedicato al collega e amico su «L'Eco» in edicola il 23 febbraio: «Un giornalista eccezionale sul piano professionale, un uomo straordinario sotto il profilo umano.
Ha diretto per 19 anni il quotidiano sportivo più diffuso nel mondo con autorevolezza, fermezza, rettitudine, integrità morale, onestà intellettuale, competenza, soprattutto con la schiena sempre diritta. Verso Bergamo e l'Atalanta nutriva un'ammirazione sconfinata, favorita dal rapporto fraterno col suo vecchio amico Giacomo Randazzo, direttore generale nerazzurro.
Della Gazzetta è stato fino all'ultimo un autorevole, insostituibile opinionista. Il suo appuntamento quotidiano con la rubrica "Fatemi capire" era un momento di godimento per le migliaia di lettori della rosea, al cui timone, dopo il suo illuminato ventennio, si sono alternati in questi anni Duemila tre direttori. Sono cambiati più volte macchina e macchinisti, insomma. Ma non i binari, perché Cannavò era i binari. Ciao Candido, riposa in pace. E sia benedetto il giorno in cui la mia strada ha incrociato la tua».

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